Red Shirley, il documentario di Lou Reed finalmente in TV

di Redazione Commenta

Chi non conosce Lou Reed? Stiamo ovviamente parlando dell’ex leader dei Velvet Underground che assieme al grande John Cale compose alcuni brani entrati nella storia del rock come Sunday Morning, Femme Fatale, Heroin, I’ll Be Your Mirror, Venus in Furs, I’m Waiting for the Man, The Black Angel’s Death Song e All Tomorrow’s Parties. In seguito il grande rocker ha proseguito da solo, collaborando con grandi cantautori come David Bowie e dando vita all’album Transformer, presumibilmente uno dei migliori dischi di sempre.

Nel corso della sua lunga carriera, Lou Reed ha più volte incrociato le arti visive, reinventandosi persino fotografo. Oggi il grande vecchio compie gli anni, visto che è nato in quel di Brooklyn il 2 marzo del 1942. In occasione di questa lieta ricorrenza, abbiamo deciso di parlare del suo primo documentario, visto che il film verrà trasmesso per la prima volta in Italia da Studio Universal (Premium Gallery su DTT) il 2 marzo alle ore 20:00 all’interno della rassegna Lost & Found, dedicato alle perle del cinema che spesso vengono dimenticate in cantina. Il documentario in questione è Red Shirley, un’appassionata intervista incentrata su di un personaggio di famiglia, vale a dire sua cugina Shirley. Detto così potrebbe sembrare un progetto casalingo ma la simpatica nonnetta centenaria di cose da raccontare ne ha parecchie. La donna è infatti sopravvissuta a due guerre mondiali ed ha vissuto il periodo delle deportazioni in prima persona in quanto appartenente alla comunità ebraica polacca. Giunta in Canada ed in seguito negli Stati Uniti inizia a lavorare in un’industria tessile di New York per poi divenire stilista a tutti gli effetti.

Nel corso degli anni Red Shirley si impegna nella lotta per i diritti umani, partecipando nel 1963 alla marcia di Washington. Occasione da non perdere quindi non solo per i fan del magico Lou ma anche per imparare qualcosa su uno dei periodi più bui della nostra storia, da chi l’ha vissuto in prima persona.

 

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