A Salerno un museo d’arte contemporanea, ma serve veramente?

di Redazione Commenta

Da pochi giorni circola la notizia che Salerno sarà un nuovo centro nevralgico dell’arte contemporanea. La città campana ospiterà infatti un nuovo museo che sarà inaugurato nel 2011 (entro la primavera) e prenderà  il nome di Museo civico d’arte contemporanea. L’istituzione sarà ubicata  nei locali del complesso monumentale di Santa Sofia. A quanto pare le opere che saranno esposte in collezione permanete provengono direttamente dal Cam – Casoria Contemporary Art Museum.

Il Cam offrirebbe al nuovo museo salernitano una selezione di artisti storici campani del secondo dopoguerra, una selezione di artisti africani ed il suo staff. Praticamente questo nuovo Museo civico d’arte contemporanea diverrebbe una sorta di succursale del Cam e queste cose a noi sembrano decisamente oscure. Dopo i problemi del Madre di Napoli e l’ennesimo crollo a Pompei ci chiediamo a cosa serva tutto ciò. Il Cam è un buon museo ma si tratta di una piccola realtà che dovrebbe essere gestita meglio per risollevare anche il tessuto sociale e culturale dell’intera regione, replicarlo in un’altra città poi significherebbe dimezzare una realtà già a metà. Il fato del Madre lo conosciamo bene e sappiamo tutti l’importanza di caratura internazionale che l’istituzione detiene. Napoli è inoltre sede del Pan altro museo  di grande richiamo. Ben venga quindi un nuovo museo ma è evidente che la regione, le province ed il governo non riescono a sostenere ed a valorizzare a dovere un’area geografica che tanto ha da offrire all’interno della scena dell’arte contemporanea nazionale.

Insomma per noi l’apertura di questo nuovo museo nel salernitano è un’idea vincente giocata nel momento sbagliato e nei modi sbagliati. Appare assai inutile aprire un museo se poi non si riesce a stabilire una degna programmazione e a rifornirlo di una collezione permanente appetibile per turisti ed affini. Purtroppo la parabola discendente del MAXXI di Roma dovrebbe far capire molte cose a tutte quelle istituzioni che si accingono a costruire la loro bella cattedrale nel deserto.

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