Takashi Murakami dice no a Cool Japan su Twitter

di Redazione Commenta

Il re del pop del Sol Levante, alias Takashi Murakami, è un bel furbetto e solitamente non si lascia scappare quelli che potremmo definire come “affari internazionali”. Stiamo ovviamente parlando delle varie joint venture che il nostro genietto d’oriente ha più volte innescato, coinvolgendo brand internazionali come ad esempio Luis Vuitton per il quale ha disegnato una simpaticissima linea di borse chiamando in causa i suoi caratteristici personaggi superflat.

Che dire poi del recente doodle disegnato per Google il 21 giugno del 2011. Insomma, il buon Takashi sa bene come trarre profitto dal suo genio anche al di fuori del patinato mondo dell’arte contemporanea. Eppure anche Murakami sa dire di no quando c’è di mezzo una situazione poco chiara creata da un’iniziativa governativa. Ci riferiamo alla famigerata Cool Japan, una campagna lanciata dal governo giapponese con l’obbiettivo di esportare all’estero la cultura nazionale. In questi ultimi anni Cool Japan è stata duramente criticata da più parti, nel 2010 ad esempio il quotidiano Yomiuru Shimbun ha definito l’intera iniziativa come: “una spesa inutile che non sta aiutando gli interessi commerciali del nostro Paese ed anzi rischia di far emergere la Corea del Sud al nostro posto”. Il direttore dell’agenzia giapponese per gli Affari Culturali ha invece definito Cool Japan come un fenomeno che cerca di imitare gli stilemi capitalistici statunitensi.

Come se non bastassero queste critiche ecco che arrivano quelle di Murakami che raggiunto da Cool Japan per una possibile futura collaborazione ha opposto il suo netto rifiuto ed anzi ha fatto di più, lo ha pubblicato a lettere cubitali su Twitter: “Cari burocrati e care agenzie pubblicitarie, smettetela di invitarmi ad eventi di Cool Japan o mandarmi altre offerte di qualsiasi tipo, io non sono in alcun modo legato a questa iniziativa. Non  capisco gli altri artisti (ovviamente tutti possono far quello che vogliono), partecipano per trarne profitto e non si accorgono che stanno tutti li a succhiar soldi dal nostro debito pubblico”. Insomma pare proprio che Cool Japan non sia poi così tanto cool.

 

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