Takeshi Kitano stupisce alla Fondation Cartier di Parigi

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Molti artisti sono in grado di trasformarsi in registi e girare film interessanti, Sam Taylor Wood e Julian Schnabel sono solo alcuni dei nomi di quelli che sono riusciti in questa ardua impresa. Raramente però registi e attori sono capaci di trasformarsi in artisti visivi. Basti guardare le terribili creazioni astratte di Dennis Hopper o i disgustosti interventi pittorici di Sylvester Stallone che sembra aver fatto a pugni con l’espressionismo astratto.

Lo scorso anno quindi l’annuncio di una prossima mostra alla Fondation Cartier ( in visione dall’ 11 marzo al 12 settembre 2010) di Parigi del grande regista Takeshi Kitano ha fatto suonare il campanello di allarme. Nei film di Kitano la Yakuza (mafia giapponese) è un elemento assolutamente ricorrente così come lo sono il mare, la disgrazia fisica ed il suicidio (a cui molto spesso i suoi protagonisti fanno ricorso). L’eroe di Kitano è molto spesso un invincibile vendicatore la cui giustizia cruda e discutibile è portata avanti in modo inesorabile. Il regista critica da vicino la società giapponese di cui spesso fornisce una parodia. Il 1997 è l’anno della svolta per Kitano, l’anno del successo internazionale, l’anno in cui esce Hana-bi – Fiori di fuoco (Hana-bi). Nel film molti di voi avranno notato la presenza di opere pittoriche create dallo stesso Kitano. Come pittore il regista non è un granchè, ad essere buoni i suoi dipinti possono essere giudicati come opere decisamente naif. Insomma in molti hanno storto la bocca dopo aver appreso della presenza di Kitano alla Fondation Cartier. Ed invece il simpatico folletto giapponese ha stupito tutti realizzando una mostra che in pratica è una specie di grande lunapark.

Alcuni dei suoi dipinti sono stati trasformati in trasparenze giganti e sono appiccicati su mura di vetro. L’artista ha inoltre creato installazioni interattive che si prendono gioco dell’arte. Il pezzo forte è una specie di locomotiva a vapore dotata di piedi giganteschi con tanto di calzini bucati. Un’altra installazione dal titolo The Japanese Imperial Army’s Secret Files è formata da modellini di animali trasformati in armi: una balena reca un caccia bombardiere sulla sua schiena ed un elefante porta un grande fucile. Alla mostra è presente un area dove i visitatori possono sparare palline di vernice ad enormi dinosauri di carta e c’è anche una macchina che produce dipinti di Jackson Pollock a caso. Tra chimere, sogni, cartoni animati ed ironia il genio artistico di Kitano è una divertente ed accessibile grandezza.

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