Napoli perde una battaglia ma non la guerra

di Redazione Commenta

Napoli 2011, il taglio dei fondi alla cultura che sta già mettendo in ginocchio Roma è riuscito a mietere la sua prima, importante vittima. Si tratta dell’intera squadra di  collaboratori che negli ultimi tre anni è riuscita a rendere grande il Napoli Teatro Festival Italia, manifestazione che si sarebbe dovuta aprire l’8 giugno prossimo (fino al 26 giugno 2011) e che oggi rischia di saltare. Cancellazione o non cancellazione, l’unica terribile conferma è quella del licenziamento delle maestranze ed è certo che l’assenza di un gruppo dotato di una così grande esperienza graverà non poco sul futuro dell’evento.

Lo scorso 10 febbraio tutti i lavoratori della grande kermesse hanno indetto una grande spettacolo di protesta sotto le pregiate volte della Galleria Umberto, al grido di “Io ho fatto il Festival”, una lucida risposta chiunque agisce con l’intenzione di rovinare definitivamente la cultura del nostro paese. Nel corso dello spettacolo/protesta si è svolta una live performance del gruppo teatrale Funny&Alexander, affiancati da un’esibizione canora di Maria Nazionale ed altro ancora. A supporto della manifestazione è tra l’altro giunta la voce di Jan Fabre (e di tanti altri “grandi” dell’arte) che ha esortato il gruppo del Festival a non mollare. Questo del Napoli Teatro Festival è l’ultimo capitolo di un lento declino che parte dal MADRE, passando dal PAN per giungere al CAM di Casoria, una sorta di via crucis culturale che sta letteralmente mettendo in ginocchio una regione che ,parlando d’arte, non deve dimostrar niente a nessuno, una realtà che ha sempre avuto le carte in regola per coesistere con i grandi poli del contemporaneo del tricolore.

I tagli alla cultura vanno ad abbattersi su di un importante schiera di giovani artisti facenti parte della nuova spinta creativa campana, una generazione  dotata di grande talento che spesso e volentieri noi di Globartmag abbiamo avuto la gioia di apprezzare in situ. Eppure, se si abbandonano i musei, le manifestazioni e gli artisti si rischia di lasciare indietro anche le gallerie private e con esse l’intero mercato. Napoli si appresta a combattere la sua battaglia più aspra ma siamo certi che l’esercito dei suoi artisti non si arrenderà facilmente al nemico.

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