Arte e danza si compenetrano al Centre Pompidou di Parigi

Il Centre Pompidou di Parigi presenterà la mostra Danser sa vie, evento senza precedenti dedicato al rapporto tra danza e arti visive, dal 1900 ad oggi. La mostra (che inaugurerà il prossimo 23 novembre) coprirà oltre 2.000 metri quadri dello spazio espositivo e proseguirà una vecchia tradizione del Centro fondata sulla valorizzazione di importanti spettacoli multidisciplinari, una tradizione che il suo presidente Alain Seban vuole far rivivere. Il tema sarà esplorato attraverso opere delle più grandi figure artistiche del 20° secolo, i contributi dei movimenti fondatori del modernismo artistico e le sperimentazioni in corso di importanti artisti contemporanei e ballerini.

Danser sa vie illustra come la danza e le arti visive hanno innescato la scintilla della modernità, ispirando sia i movimenti artistici più importanti e le figure chiave che hanno fatto la storia dell’arte moderna e contemporanea. La mostra in tre atti mostrerà come l’arte e la danza hanno esplorato il corpo in movimento. Danser sa vie ci permetterà quindi di scoprire questo aspetto nascosto delle avanguardie dell’arte come fonte costante di ispirazione per l’arte contemporanea, stabilendo un dialogo tra tutte le discipline, dal coreografico alle arti visive, dalla pittura al video.

La Trisha Brown Dance Company rimette in scena Roof Piece

Nel 1971 la coreografa americana Trisha Brown concepì una piece epocale destinata ad indagare la natura del movimento oltre che a cambiare la storia della danza contemporanea. Giusto 40 anni fa la grande artista si recò nel quartiere newyorchese di SoHo, bussando alle porte di 12 inquilini a lei sconosciuti e chiedendo loro di poter danzare sul tetto della loro abitazione assieme alla sua compagnia di danza. Con testardaggine e fermezza Trisha Brown riuscì nel suo intento e lo skyline della città si riempì ben presto di misteriose ed affascinanti figure in movimento.

A New York nel weekend tra il 9 ed l’11 giugno, la Trisha Brown Dance Company ha rimesso in piedi l’intero spettacolo, per celebrare il 40esimo anniversario di Roof Piece. Si è trattato di un vero e proprio momento di rottura con l’idea stessa della danza, ridotta a movimenti basici e spartani. Il concetto di Roof Piece è infatti molto semplice, un ballerino posto sul tetto di un edificio attua una sequenza di movimenti tra ondeggi, calci e rotazioni delle braccia. In seguito il ballerino che lo affianca (a debita distanza, sul tetto di un altro palazzo) dona continuità a quei movimenti, in una sorta di passaparola o gioco del telefono senza fili per intenderci.

Esperimento riuscito per Ricci/Forte alla Fondazione Alda Fendi di Roma

Photo By: Lucia Puricelli

Spesso a Natale i sogni si avverano per davvero. Il nostro era quello di vedere uno degli Esperimenti della Fondazione Alda Fendi di Roma libero dai barocchismi di Raffaele Curi e dobbiamo dire che la performance Some Disordered Christmas Interior Geometries di Ricci/Forte (dall’8 al 15 dicembre 2010), organizzata nei magici spazi del Silos del Foro Traiano, ha esaudito il nostro desiderio.

Difficile riassumere in un articolo la complessità di un’opera che si poggia delicatamente su molteplici discipline come performance, danza sperimentale, installazione, video arte e teatro d’avanguardia senza mai eccedere o scadere nel vuoto citazionismo. Some Disordered Christmas è un’architettura perfetta che si abbatte con veemenza ed anticonformismo davanti agli occhi dello spettatore, un ballet mecanique lisergico e disincantato che stravolge ogni retorica legata al Natale ed alla sua natura consumistica.