Quale artista collezionare? Ve lo spiega Globartmag

 Per quale motivo si collezionano le opere di un determinato artista piuttosto che di un’altro? Difficile rispondere a questa domanda e molto spesso la risposta può variare in base a diversi fattori  associati al livello di attenzione che un artista riesce a creare attorno al suo lavoro. C’è da precisare che quando si parla di grande collezionismo è quasi sempre inutile parlare di fattori estetici anche se molti esperti del settore continueranno ad insistere sul valore estetico e filosofico nascosto dietro al collezionismo di una data opera d’arte.

Senza critica la situazione è critica

Benvenuti nell’universo uniformato dell’arte contemporanea, già perché da quanto si evince dalle notizie presenti sui maggiori magazines d’arte italiani, in questi ultimi anni stiamo assistendo al trionfo del bello e della creatività nazionale. Ed allora perché l’arte contemporanea del nostro paese stenta ad imporsi sulla scena internazionale? Dove mai saranno finiti gli eventi male organizzati e gli artisti della domenica?

La quasi totale mancanza di una piattaforma critica coerente è un male diffuso in Italia, un problema annoso che rischia di appiattire l’arte contemporanea su di un unico livello estetico dove tutto è considerato di buona qualità ed ogni artista compie una sua personale ricerca su qualcosa di interessante e sperimentale. Il risultato di questa inutile piaggeria e che gli artisti realmente meritevoli di attenzione così come gli eventi ben riusciti non riescono ad emergere, uniformandosi al resto e pregiudicando un futuro sviluppo sia creativo che tecnico di coloro che potrebbero rappresentare un cambiamento nel vasto mare dell’arte contemporanea nostrana.

Il cuore rivelatore (del gallerista in fiera)

Come è andata la fiera? La domanda diventa sempre più incalzante, la cravatta sempre più stretta ed il rivolo di sudore già inizia a solcare la fronte lucida. Il gallerista indeciso si volta a rimirar le opere in mostra sulla parete di cartongesso e non scorge alcun bollino rosso. Un dubbio l’assale,  anche l’intervistatore ha notato l’assenza di bollini e di certo non si priverà del piacere di torturare il povero dealer. La risposta rimbalza fra i denti e si bagna tra la saliva ma stenta ad uscire.

Cosa vedremo a Frieze – Parte 2

Dato che nel precedente articolo abbiamo parlato di Frieze, restiamo sul pezzo ed andiamo a vedere quali sono le gallerie italiane che hanno deciso di partecipare a questa prestigiosissima fiera.

Art Basel s’inventa la pre-preview

Giusto pochi giorni fa si parlava dell’incredibile appeal di Art Basel, la fiera dell’arte contemporanea made in Switzerland che, a dispetto della crisi, riesce ad attirare un sempre più crescente numero di presenze e (non per ultimo) riesce a piazzare vendite a sei figure. Ovviamente dalle nostre parti questa è pura fantascienza e se in Italia si tende a tagliare, a Basilea la parola d’ordine è: esclusività.

Vista la superpresenza del 2011 di 65.000 unità tra aficionados, collezionisti e addetti ai lavori, a Basel hanno pensato bene di scaglionare le presenze. La kermesse si apre oggi ma in molti  sono già riusciti ad ammirare la fiera nei due giorni di preview. Avete letto bene, oltre al normale giorno di preview, Basel ha pensato bene di istituire un’ulteriore giornata di pre-preview.

Torna Art Basel, la fiera che non perde colpi

Le fiere d’arte contemporanea del nostro belpaese non se la stanno passando molto bene. L’ultima rovinosa caduta di Rome contemporary è solamente la punta di un iceberg ben più profondo di quanto si possa scorgere dal nostro piccolo battello in balia delle onde. Anche Torino, Milano e Bologna non sono di certo le punte di diamante delle manifestazioni  di mercato del tricolore. Il calo di pubblico ed i micidiali tagli organizzativi non hanno di certo giovato ed alcuni galleristi hanno già minacciato di disertare ogni kermesse nazionalpopolare.

 C’è però una fiera che sembra non sentire la crisi e che ogni anno rilancia la posta, proponendo un programma sempre più ricco e sofisticato in grado di attirare chi cerca la giusta dose di stile, lusso e glitter. Stiamo ovviamente parlando dell’inossidabile Art Basel, celebre polo fieristico che ogni anno riesce ad attirare centinaia di aficionados dell’arte provenienti da ogni parte del globo.

A che ora è la fine della fiera?

Cronaca di una morte annunciata o periodo di stanca che prima o poi passerà? Difficile a dirsi, ma questo periodo che tutti chiamano “crisi economica” è decisamente molto più complesso di ogni altro periodo di depressione. L’economia c’azzecca fino ad un certo punto, visto che i paurosi scivoloni delle fiere d’arte contemporanea made in Italy non riguardano solo le vendite ma soprattutto le presenze dei collezionisti e del pubblico in generale,in netto ribasso,  un calo d’attenzione diffuso da cui bisogna per forza di cose uscire se si vuole sopravvivere.

Roma contemporary è l’ultimo episodio in ordine di tempo di una situazione di stanca generale del mercato, segno evidente che se Roma, Torino, Bologna e Milano vogliono continuare ad esistere si dovrà rivedere l’intera formula fieristica. Così come siamo combinati, la fine è già scritta in questa equazione: meno allure = meno collezionisti / meno collezionisti = meno gallerie/ meno gallerie = meno prestigio/ meno prestigio = meno collezionisti ed il cerchio si chiude.  

MiArt, la fiera che reinventa la sagra di paese

Alla vigilia del sostanziale fiasco della scorsa edizione di Arte Fiera Bologna, con la relativa fuga/cacciata che dir si voglia della patron storica Silvia Evangelisti, molte gallerie assenti avevano dichiarato a popolo e paese di voler puntare tutto su MiArt, kermesse meneghina a loro parere meglio organizzata e soprattutto più prestigiosa in ambito internazionale. In realtà, dopo un nostro passaggio all’edizione 2012 della fiera, ci siamo resi subito conto che prestigio e caratura internazionale non sono caratteristiche attribuibili a MiArt.

La cartina al tornasole di quanto precedentemente affermato risiede proprio nella selezione delle gallerie partecipanti, un buon 80% delle stesse gioca in casa. Difficile far passare per internazionale una fiera cui partecipano quasi esclusivamente gallerie locali, tra tutti gli attacchi subiti da Arte Fiera Bologna non si può certo metter in dubbio la sua aura nazionalpopolare.

Quarta edizione per il Temporary Museum for New Design

In via Tortona 27 a Milano, al Superstudio Più torna dal 16 al 24 aprile per il quarto anno, allargato dalla Extension al Superstudio 13, il Temporary Museum for New Design, manifestazione ideata per ospitare in modo originale i progetti di grandi brand ma anche di sicure promesse, seguendo il concept di successo “meno fiera e più museo”. Il progetto di Gisella Borioli, con la direzione artistica di Giulio Cappellini, prevede una successione di più di 40 mostre, con presentazioni spesso firmate dalle star del design come Italo Rota (per Samsung), Giulio Cappellini (per Alcantara), Carlo Colombo (per Cristalplant), i fratelli Fernando e Humberto Campana (per Cosentino), Oki Sato (per Nendo). Nel Basement il sorprendente vivaio di circa 90 nuovi nomi dal mondo.

I numeri in crescita parlano più di mille parole: 40 brand internazionali, 200 designer da scoprire, 2 location, 3 ristoranti, 1 temporary shop, 13.000 metri quadrati, partnership con più di 40 testate internazionali, attesi oltre 100.000 visitatori e 3000 giornalisti (dati 2011), con un aumento dei professionisti delle aree del Medio Oriente e asiatiche. Quest’anno l’evento propone una linea conduttrice inedita: “Telling a Story”, il design raccontato da parole, aforismi, lettering lungo il percorso comune del Temporary Museum con il pensiero di grandi architetti e intellettuali, per riflettere, per capire. Installazione grafica dell’artista Flavio Lucchini.

DROME magazine apre il suo project space con il progetto NOT AFRAID OF BEAUTY

In occasione della 30a edizione di Art Brussels, DROME magazine parteciperà come di consueto alla fiera come espositore, ma quest’anno inaugurerà al contempo il suo project space, un candido loft nel centro storico di Bruxelles, già redazione belga della rivista, che aprirà dal 20 al 22 febbraio le sue porte con “NOT AFRAID OF BEAUTY”, un progetto espositivo site-specific curato da The Gallery Apart Roma.

La vocazione internazionale di DROME incontra il desiderio di The Gallery Apart di diffondere la conoscenza di alcuni artisti italiani emergenti. Il risultato è una collettiva curata con il duplice obiettivo di presentare il lavoro di Diego Iaia, Luana Perilli e Marco Strappato e di dare il senso dell’attività finora svolta dalla galleria invitata dal periodico, volta a selezionare, affiancare e promuovere artisti capaci di coniugare concettualità profonda e senso estetico spiccato.

“Cara” fiera, quanto mi costi?

Ma le fiere d’arte contemporanea sono davvero cosi importanti e vantaggiose per le gallerie che vi prendono parte? Difficile a dirsi, eppure se giriamo questa domanda ad un dealer qualsiasi, la risposta che potremmo sentire è la seguente: “Le fiere sono importanti per la visibilità di una galleria, si creano contatti. E poi tutti gli altri ci vanno, quindi devo per forza di cose andarci anche io”. Più che dettata da un reale guadagno, la presenza in fiera deve sottostare alla regola assai bizzarra dell’esserci per esserci.

Che importa se il vostro stand vi costerà un occhio della testa, se i trasporti delle opere saranno dispendiosi e pericolosi per le stesse, se le cene con i collezionisti e l’alloggio vi prosciugheranno il portafoglio, alla fine potete sempre vendere un’opera e rientrarci. Il problema sta però nel venderla questa benedetta opera, visto che negli ultimi tempi è divenuto un accadimento sempre più raro.  La Vip art fair, fiera d’arte contemporanea sviluppata esclusivamente su piattaforma internet, è stata da più parti definita come un sonoro fiasco e le altre fiere sono circondate da pareri discordanti.

KunStart 12, molte novità per la fiera di Bolzano

Un appuntamento all’insegna del contemporaneo inaugura la primavera in Alto-Adige: kunStart 12, Biennial Art Fair for Emerging Contemporary Art, si svolge a Bolzano nel weekend dal 16 al 18 marzo 2012. Accanto alle oltre 70 gallerie da 10 paesi diversi presenti nel quartiere fieristico con esposizioni e stand, si annuncia anche un ricco programma di incontri e seminari disseminati in tutta la città.

Giunta alla sua ottava edizione, la fiera si presenta con alcune importanti novità: a partire da quest’anno è organizzata direttamente da Fiera Bolzano Spa, inoltre diventa biennale e sceglie di specializzarsi nel mercato dell’arte contemporanea emergente. Dopo il successo del 2010, anche quest’anno kunStart si abbina alla fiera di interior design ‘Arredo’ per accogliere un pubblico sempre più ampio e favorire l’interesse nel settore “affordable”, ovvero l’arte a prezzi accessibili.
Sviluppandosi attorno all’idea di contemporaneità emergente, kunStart 12 si rivolge a gallerie e spazi espositivi attivi a livello internazionale nella ricerca di proposte artistiche nuove e nella produzione dei giovani, privilegiando in particolare contesti geografici emergenti. Per la prossima edizione è prevista la presenza di oltre 70 gallerie da 10 paesi diversi, con un ricco programma di eventi, incontri e conferenze, che oltre al padiglione fieristico abitano vari luoghi della città di Bolzano, in collaborazione con altre istituzioni e associazioni culturali.

Alla Vip Art Fair nessun problema tecnico, tranne le vendite

Vediamo oggi come sono andati gli affari alla Vip Art Fair, l’ormai ben nota fiera d’arte contemporanea interamente sviluppata su piattaforma web. I problemi che hanno letteralmente affossato l’edizione dello scorso anno sono stati magistralmente risolti, nuovi server e nuove interfacce hanno garantito una velocità ottimale ed anche la chat ha funzionato.

Venendo al giro di vendite, la situazione si complica un pochino e forse il nocciolo della questione risiede all’interno delle parole del celebre dealer Ed Winkleman: “Si vendono soprattutto lavori bidimensionali e di piccole dimensioni come dipinti, stampe e fotografie. Ho venduto alcuni dipinti di Christopher K. Ho per 3.200 dollari l’uno, più che altro piccoli pezzi. Un collezionista ha manifestato interesse per una grande scultura che avevamo in mostra ma ha detto di volerla vedere dal vivo prima di acquistarla”.

Com’è triste Bologna Parte 2

C’è poi chi, come Studio La Città di Verona, ha deciso di partecipare per l’ultima volta ad una fiera a causa dell’inconcludenza di questo tipo di manifestazioni. Eppure il sempre più crescente numero di manifestazioni di mercato organizzate all’estero, va un poco a cozzare contro tali affermazioni. “Io ho venduto. Io invece no”, il ritornello è sempre lo stesso degli anni passati ma stavolta il numero di bollini rossi diminuisce e la pressione sale alle stelle.

L’arte contemporanea è roba da ricchi, direbbe qualcuno, ma per crear prestigio e un’aura di  sofisticatezza bisogna conservare le apparenze e fingere di esserlo . In questo piattaforme come Frieze si dimostrano ben più preparate mentre la nostra organizzazione sente il peso degli anni e sotto le scarpe lucide il calzino bucato comincia già ad intravedersi.