Carolyn Christov-Bakargiev e la statua della chiesa

Alle volte dai piccoli dettagli si è in grado di comprendere l’entità di un disegno ben più ampio. E come spesso succede, sono proprio i piccoli dettagli a decidere le sorti di questo disegno. Ad esempio, nei giorni scorsi Carolyn Christov-Bakargiev, curatrice di Documenta 13, ha bisticciato con una chiesa posta nelle vicinanze della grande manifestazione. L’istituto religioso aveva da poco installato una scultura sulla torre con una piccola mostra annessa.

La curatrice ha quindi chiesto la rimozione della statua, per paura che la stessa entrasse in conflitto con la mostra. Spieghiamoci meglio, un visitatore di Documenta potrebbe confondere una comune statua ecclesiastica per un’opera presente in mostra. Se Carolyn Christov-Bakargiev ha paura di questo piccolo dettaglio, forse ella stessa pensa che le opere presenti alla sua mostra possono essere facilmente confuse con qualunque altra cosa, magari con un soprammobile o chissà quale altro oggetto complementare.

Quando il curatore non si cura della mostra

La Berlin Biennale di quest’anno non ha lasciato il segno. Il tema, incentrato su questioni politiche, non è stato sviscerato al meglio e gli artisti si sono accostati a fatica al progetto curatoriale. Purtroppo la mania di fagocitare le opere con linee curatoriali troppo complesse imperversa in tutto il mondo e, visto che le opere sono divenute solamente degli elementi arredativi a compendio del progetto, tra non molto si assisterà a mostre di soli testi curatoriali.

Ovviamente ciò rappresenterebbe il definitivo tramonto dell’arte contemporanea, il colpo che precede il tracollo, visto che da più parti si è già da tempo ipotizzata una crisi della bellezza all’interno del mondo creativo di oggigiorno. Il curatore è divenuto una primadonna che deve per forza di cose stupire il pubblico con trovate ad effetto che di fatto non tengono in considerazione le opere e non hanno alcun rispetto per gli artisti in mostra.

Il press kit di dOCUMENTA 13 diventa il book fotografico di Carolyn Christov-Bakargiev

In un mondo prestigioso ed esclusivo come quello dell’arte contemporanea le cadute di stile non sono contemplate. Eppure, ogni tanto qualcuno riesce a scivolare nel reame del cattivo gusto. A perdere la faccia non ci vuole niente e quando a farlo è una manifestazione di alto livello come dOCUMENTA (che si appresta ad inaugurare l’edizione numero 13 il prossimo 9 giugno), allora non si può far altro che lasciarsi andare in una sonora e grassa risata. A dire il vero di brutte figure dOCUMENTA ne ha già fatte due, ancor prima di aprire i battenti.

La notizia è comparsa in questi ultimi giorni su ArtStars, il blog curato da Nadja Sayej. Il critico, recatosi alla fiera ITB Berlin (esposizione internazionale del turismo e del viaggio) dello scorso marzo, si è imbattuto in un press kit ufficiale di dOCUMENTA 13.