
La scorsa domenica la scrivente ha presenziato all’inaugurazione della libreria Let’s Art in via del Pellegrino 132, praticamente uno dei pochi luoghi a Roma dove è possibile trovare un’ottima selezione di pubblicazioni riguardanti l’arte contemporanea, alcune introvabili. Lo spazio è chic ed accogliente e si può persino gustare un caffè od un ottimo vino mentre si sceglie il volume preferito. In mezzo a tutti quei saggi, cataloghi e volumi illustrati, la voglia di comprare è tanta ed allora la scelta è ricaduta su Vedere ad alta voce di Jerry Saltz, un compendio di 10 anni di arte contemporanea a New York raccontata con la giusta dose di ironia e veleno.
Leggere Saltz è sempre uno spettacolo anche perché parliamo di uno dei pochi critici capace di fornire giudizi imparziali ed irriverenti senza subire la sudditanza psicologica che attanaglia il resto dei suoi colleghi. Ma la critica, lo dice anche Saltz, non è una scienza perfetta ed a volte,per tener fede all’ostinazione di dover per forza risultar caustici o profetici, si prendono storiche cantonate.