David Sylvian arriva in Italia con Implausible Beauty 2012

di Redazione 1

A cinque anni dall’ultimo Tour, torna in Italia con ben quattro date, una delle voci più belle nel panorama musicale internazionale; stiamo parlando di David Sylvian che con il suo Implausible Beauty 2012 tornerà ad incantare le platee di tutta Europa.

All’Italia toccherà a marzo a partire dall’1 al Teatro Geox di Padova  per poi essere il due al Conservatorio Verdi di Milano, il 4 all’Auditorium parco della musica di Roma e il 5 al Teatro delle Celebrazioni di Bologna.

Una carriera strepitosa quella di Sylvian che lo vede tuttora  attivo e in prima fila nell’ambito delle sperimentazioni sonore. Molte le collaborazioni celebri, tra cui quella prolifica con Ryuichi Sakamoto ma anche con Robert Fripp, Holger Czukay o le più recenti con  Cristian Fennesz, Alva Noto e molti altri artisti del panorama elettronico contemporaneo.

Sylvian, attivo dagli  anni settanta con la sua band glam rock Japan, già avanguardia per i suo modi eccentrici e per le sue sonorità accattivanti (tanto da essere oggetto dell’interesse commerciale di Andy Warhol), lascia il gruppo negli anni ottanta per dedicarsi alla difficile carriera solista. Tale mossa si rivelerà assolutamente vincente regalando proprio in quegli anni, capolavori del calibro di Brilliant Trees (1984), Gone To Earth (1986) e il meraviglioso Secrets Of The Beehive (1987).

Ma quello che maggiormente contraddistingue l’opera di Sylvian è la sua ecletticità, la capacità di non cullarsi mai sulle orme di un successo assicurato e di esplorare costantemente territori nuovi.

Accompagnato sempre dall’eccezionale capacità del fratello Steve Jansen, ha realizzato anche altri progetti come i Rain Tree Crow (1991) e i  Nine Horses (2005) in cui, tra gli altri, spicca anche la collaborazione con Burnt Friedman.

Negli anni duemila, lo stile di David è diventato sempre più scarno e si è arricchito sempre di più di sonorità in ambito elettronico, forse una risposta a chi lo accusava, per lo più ingiustamente, di dar troppo spazio alla sua eccezionale dote canora.

In questo ambito nascono Blemish ( 3003) e Manafon (2009).

Quest’anno è stata la volta di Died In The Wool, rifacimento del precedente Manafon, integrato con le preziosità orchestrali nate dalla collaborazione con il compositore giapponese Dai Fujikura.

Molti i motivi che rendono l’apparizione italiana di Sylvian imperdibile, uno su tutte, la consapevolezza di essere di fronte a uno dei protagonisti assoluti della storia musicale di un ventennio e se questo vi suona ancora poco, ascoltatelo cantare!

http://www.davidsylvian.com/

Commenti (1)

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