Waseem Ahmed ed il nuovo volto artistico del Pakistan

di Redazione Commenta

Si parla sempre troppo degli artisti asiatici e della loro parabola (ormai discendente) nella scena dell’arte internazionale. Si parla invece sempre troppo poco degli artisti provenienti dall’Asia meridionale, porzione meno pubblicizzata di un continente artistico densamente popolato ed estremamente effervescente. Fortunatamente ogni tanto qualcuno si erge al di sopra delle barricate e comincia a promuovere l’arte proveniente da questa esotica ed affascinante realtà.

Questa volta ci ha pensato la galleria Laurent Delaye di Londra che dal 22 gennaio 2010 al 27 febbraio 2010 presenterà una mostra personale dell’artista Waseem Ahmed come seconda parte di una serie di eventi dedicata al vasto spettro dell’arte made in Pakistan. Ahmed, nato nel 1976, è divenuto celebre per i suoi dipinti miniati: “E’ assai curioso il fatto che l’antica tradizione della miniatura, in particolare lo stile miniato del Mughal che è molto diffuso in Pakistan, è divenuta una grande fonte d’ispirazione per l’arte contemporanea pakistana. La presente re-invenzione della miniatura è frutto del fascino della tradizione e delle novità radicali della giovane arte” ha in merito dichiarato il critico Virginia Whiles. Il Pakistan è una nazione che solitamente occupa gran parte dell’informazione attuale a causa di ragioni legate al suo difficile clima socio-culturale. I media tendono a negare la profonda cultura delle nazioni dell’Asia meridionale, focalizzando l’attenzione sui fatti di sangue. Ciò ovviamente non può essere negato ma è pur vero che le precarie condizioni sociali dello stato hanno spesso creato un terreno fertile per lo sviluppo di una nuova generazione di artisti e scrittori che cercano incessantemente di sovvertire la complessa ragnatela di tali atrocità.

I Talebani e gli altri gruppi fondamentalisti non rappresentano comunque il soggetto centrale delle nuove creazioni artistiche. Ne è una prova l’opera di Waseem Ahmed che nella sua serie di miniature sconvolge i taboo della tradizione e delle consuetudini popolari del suo paese d’origine. Speriamo di vedere presto anche in Italia un bell’evento dedicato alla creatività di una parte dell’Asia tutta da scoprire.

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