Giovedì Difesa: Mario Monicelli anch’io

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La tentazione forte era quella di non aggiungerlo un altro articolo su Monicelli. Quantomeno la paralisi di evitare il già detto da tutti mi arrestava. Poi mi sono accorto che gli articoli su Monicelli si dividono in poche categorie: la polemica sull’eutanasia va per la maggiore, poi ci sono i tagli alla cultura, e poi frasi tipo dipingeva un italia, commedia all’italiana, sorrisi amari, cinico, disincantato, diresse i migliori attori della commedia italiana. Ahimè, tutto vero.

Pur avendo le mie personali idee salto a piè pari la polemica sul suicidio e l’eutanasia, non ritengo questa la sede. Già che ci sono evito anche di dilungarmi sui tagli alla cultura… non perchè la cosa non mi tocchi, ma perchè non saprei davvero aggiungere nulla di nuovo alle, peraltro giuste, lamentele che spesso leggo.

Mi preme molto di più parlare del sorriso amaro e del cinismo disincantato. Per farlo decido di aiutarmi andando a visitare il suo sito e vedo che si apre con: “Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra” S.Agostino.

Mi accorgo di due cose molto importanti. Primo: mi dimenticavo della telecamera. Seguivo la storia che si imbuffoniva, imbastardiva, intestardiva nel suo seguirsi e incapricciarsi negli eventi.

Secondo: sorridevo sempre in una maniera riconoscente. La gag comica di questo o quel personaggio esasperavano il suo stesso carattere. Raramente il protagonista si adattava al mondo, casomai cercava, anche a forza, di interpretarlo e personalizzarlo, sino al parossismo. Questo bizzarramente aiutava uno svolgersi cinico ma naturale degli eventi.

Cambiamenti di segno degli attori. Monicelli ha visto il drammatico in Alberto Sordi e ha visto il comico negli attori, prima drammatici, Vittorio Gassman e Monica Vitti. Questo dato mi appare quasi sottolineare che non c’è soluzione di continuità dentro alle sue trame tra la vita paradossale interpretata e l’interpretazione parossistica.

Chiudo parlando per un istante della vita reale, ovvero raccontando che forse anche a me capita di sorridere del drammatico che mi accade e con questo semplice gesto mi capita di venirne fuori, intendendo per fuori “con un morale rissolevato”… altre volte mi capita di non riuscire più a riderne… in quei casi, però, malauguratamente, forse è vero, la mente non si nutre.

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