Giovedì Difesa: Day break

di Redazione Commenta

Continuando sulle serie televisive mi va di andare completamente controcorrente e di spezzare una lancia in favore di una serie che è stata in verità un mezzo flop. Sospesa sia in Usa sia in Italia a causa del deludentissimo audience, Day Break, a dirla tutta, aveva a mio avviso dei punti di fascino e di sperimentazione.

Della serie ideata da Paul Zbyszewski sono andati in onda negli Stati Uniti sul canale ABC solo i primi sei dei tredici episodi. È stata in seguito riproposta sul network TV One nel 2008. In Italia gli è toccata sorte simile: trasmessa dapprima dal canale pay Steel e quindi da Rai 4 è infine approdata dal 29 gennaio 2009 a Rai 3 che ha visto passare del tutto inosservata la sua messa in onda interrotta dopo i primi 8 episodi.

Gli spunti invece erano tanti. Il soggetto si incentra su una trappola nel continuum spazio-temporale. Il soggetto porta fino allo sfinimento la riproposizione di se stesso ogni volta leggemente variato. Ma andiamo per ordine.

Il Detective Brett Hopper si sveglia alle 6:18 del giorno in cui verrà incastrato per l’omicidio mai commesso del sostituto procuratore Alberto Garzia. I misteri che si celano dietro all’evento sono numerosi, un complotto molto grande aveva, a sua insaputa, condotto fino all’evento. Ma il giorno successivo non arriva mai. Il detective si sveglia ogni volta allo stesso giorno alle 6:18 e questo gli concede di poter indagare, un passo al giorno, sugli eventi, imparando a prevedere i comportamenti e concentrandosi ogni giorno su uno o su un’altro degli accidenti.

In quello che capita durante la giornata che è stata bloccata nel tempo, infatti, nulla è casuale. Esasperante e quasi fastidioso ho trovato in questi suoi difetti il maggiore fascino. La sottotrama, difficile da seguire, diventa un operazione mentale perfino raffinata. Molte puntate effettivamente e forse alcune scarseggiavano di novità, ma personalmente trovavo del fascino nella fatica stessa a venirne fuori, nella ragnatela stessa.

Si tratta dello stesso espediente narrativo del film “Ricomincio da capo“. In day break ogni piccolo tassello aggiunto all’indagine è una faticosa conquista della divagazione. Ogni giorno il detective può scegliere cosa sacrificare e cosa salvare. Sarò fuori dai tempi ma mi schiero contro l’audience, ottimo lavoro proprio perché faticoso.

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