Janice Kerbel: Kill the Workers!

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La grammatica è teologia! È nella grammatica che tutto avviene, nelle sue strutture, nulla di nascosto, tutto davanti ai nostri occhi. Alla luce di questo, partendo dai suoi elementi fondativi, tutto può essere ripensato, ridefinito, visto con occhi nuovi; ed è proprio questo il perno della ricerca dell’artista canadese Janice Kerbel.

Il suo ultimo lavoro Kill the workers!, ideato per la Chisenhale Gallery di Londra, consiste proprio in una messa in scena teatrale data dal solo utilizzo del materiale luministico. ‘A play for stage lights’, come la definisce l’artista stessa. In questa rappresentazione, che ha tutte le caratteristiche di una piece teatrale, non vengono presi in considerazione alcuni elementi fondamentali quali ad esempio la presenza degli attori o, ancora più fondamentale, il ruolo e la posizione del pubblico. L’opera dunque è concepita come una struttura a sé stante attraverso cui generare nuove forme esperenziali. In questo caso si sottolinea, in particolare, il valore espressivo dell’elemento luministico e la sua capacità autoreferenziale, un valore manifesto che, se facciamo fatica a riconoscere in un’immagine fotografica, appare qui invece evidente.
Non è certo il primo degli esperimenti che l’artista svolge a riguardo. In altre occasioni altri mezzi sono stati chiamati in scena: la voce radiofonica nel programma Silver Can’t Sleep ad esempio; ideato per i sonnambuli è stato trasmesso dall’emittente britannica Radio 3 e ha visto protagoniste le voci di Rufus Sewell e Fiona Shaw, noti speacker radiofonici anglofoni. Ancora, in Ballgame del 2009, l’artista mette in scena una cronaca di 90 minuti di una partita di baseball, studiandone accuratamente il linguaggio peculiare. Si è inoltre servita di installazioni, book projects e stampe, tutti mezzi appartenenti a determinati contesti linguistici.

Il lavoro della Kerbel è una ulteriore occasione per riflettere sulla liquidità dei linguaggi, sulla loro possibile ricontestualizzazione, dilatazione e contrazione. Non è forse questo che ci permette di esprimerci in maniera così efficente? Il linguaggio dunque è qui inteso come elemento performativa, in continuo divenire, qualcosa che se da un lato elude la possibilità di ancoraggio nei confronti di qualcosa di assoluto, da l’altro in questa sua fluidità rappresenta esso stesso la vita, una vita che per sua natura, non può esaurirsi.

Janice Kerbel (1969, Canada) vive e lavora a Londra. Recentemente ha esposto in una serie di mostre personali: Art Now alla Tate Britain (2010); greengrassi, Londra (2009); Kitchener Waterloo Art Gallery, Canada (2009); Remarkable, Frieze Art Fair Projects (2007). Ha inoltre esposto in  Poor. Old. Tired. Horse., ICA, Londra (2009); Gartenstadt, Kunstverein Hildesheim (2009); Magic, Hayward Gallery Touring (2009); 1st at Moderna, Moderna Museet, Stoccolma (2006). Il suo libro, 15 Lombard St (2000), è stato pubblicato da Book Works, Londra.

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