La neve congela l’Italia e l’arte contemporanea

di Redazione Commenta

Ed anche questa settimana la neve ha deciso di stazionare sul nostro ridente belpaese, creando non pochi disagi alla popolazione tutta. Tra la disorganizzazione imperante svetta senz’altro quella di Roma guidata dal sindaco Gianni Alemanno che ha praticamente tenuto banco su tutti i media, alimentando l’ironia della rete e vari sketch televisivi, non ultimo quello del grande Corrado Guzzanti. Tra drammi e risa la situazione dovrebbe tornare presto alla normalità ma quello che più ha colpito la nostra attenzione è la situazione maltempo legata al nostro caleidoscopico mondo dell’arte contemporanea.

La neve è riuscita a bloccare molti ingranaggi del nostro sistema culturale, costringendo moltissime gallerie sparse per l’italico stivale a rimandare opening ed altri eventi. Ai musei non è andata meglio, Sempre per parlare di Roma il solito Alemanno  ha praticamente sigillato la capitale per ben due week end di seguito, chiudendo anche le istituzioni museali comunali. Il gelo, la scarsa presenza di mezzi pubblici, la paura di trovarsi senza catene da neve e quindi sottostare alle gabelle della polizia municipale ed il rischio di slittare sui blocchi di ghiaccio accumulatisi sui marciapiedi ha fatto il resto. Il pubblico ha disertato e tutto ciò è successo in un momento non certo felice per l’arte contemporanea nazionale. Disorganizzazione delle istituzioni o semplice sfortuna? Entrambe le cose.

Sta di fatto che, come si diceva in un nostro precedente articolo, questa pausa forzata indotta dal maltempo può aiutarci a comprendere meglio ciò che andrebbe cambiato per tornare nuovamente a parlare di cultura e non di spettacolo, per offrire realmente una linea didattica al pubblico senza allontanarlo con vacue pretestuosità. Allo sciogliersi della neve si potrebbe auspicare ad altro come una seria programmazione all’interno dei musei, con dialogo aperto alle realtà private o indipendenti della città. Se vogliamo continuare a parlar di sistema dobbiamo realmente crearlo, altrimenti ci ritroveremo isolati e coperti di neve, come è successo a tanti centri abitati sparsi per l’Italia.

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