Il meteo e l’arte contemporanea

di Redazione Commenta

La politica è divenuta sin troppo noiosa e piatta, in poche parole non fa più notizia. Ecco allora che il telegiornale, in assenza di serial killer e naufragi vacanzieri, deve per forza di cose trovare un modo per catalizzare l’attenzione dei poveri italioti. La scelta, in questi ultimi tempi, sembra esser ricaduta sul meteo. Già, la popolazione è letteralmente impazzita per la meteorologia e tutti sembrano in grado di prevedere il tempo dell’avvenire. In copertina c’è quindi l’uragano del giorno, la perturbazione della settimana, l’anticiclone del mese. Le altre questioni possono attendere, prima bisogna sapere che tempo farà. Ed allora questo successo del meteo dovremmo associarlo all’arte contemporanea, visto che i nostri musei (e le nostre gallerie) sono sistematicamente evitati dal grande pubblico. Sarebbe quindi utile piazzare un punto di rilevazione barometrica all’interno dei musei, così con la scusa qualcuno si ritroverebbe ad entrare per ammirare la mostra di turno. Del resto quest’oggi vanno di gran moda le installazioni con le lamiere gettate a terra, il mobilio raccattato al mercatino sotto casa, i pezzi di cemento rubati al cantiere sotto casa. Tutto questo potrebbe sembrar simile agli effetti distruttivi provocati dal passaggio dell’uragano Sandy.  Torniamo quindi a raccomandare il binomio meteo-arte contemporanea, come mix in grado di creare sicuro interesse nel pubblico moderno.

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