50 donne – 1 Chantal Akerman

di Redazione Commenta

La Chambre

Saute ma ville

Chantal Akerman B.1950 Belgio

Prima che Matthew Barney invitasse gli appassionati d’arte ad intraprendere lunghe sfide davanti allo schermo con i suoi Cremaster Cycle e molto prima di Stan Douglas, Shirin Neshat e Douglas Gordon ed i loro esperimenti con la video arte, molto prima di questi signori dicevamo c’era Chantal Akerman. Influenzata da grandi registi della Nouvelle Vague come Jean-Luc Godard, l’artista ha dato inizio alle sue sperimentazioni combinando l’installazione con il video, trasformando le immagini in movimento nel suo medium preferito. Dopo circa venti anni di ibridazioni tra film e video arte, Chantal Akerman è divenuta una vera propria figura monumentale e potrebbe essere additata come la maggior indiziata per aver introdotto le immagini in movimento all’interno dei musei. Forse perché fin dall’inizio i suoi film sperimentali non hanno trovato posto nei cinema tradizionali ma hanno aperto la strada ad un nuovo modo di fruire il video in spazi non convenzionali. Chantal Akerman è forse più conosciuta come regista che come video artista, ma il suo lavoro è ben differente da figure come Steve McQueen che lavorano all’interno del sistema hollywoodiano. Si tratta di sperimentazioni al di là della realtà stessa, come Jeanne Dielman, la minuziosa descrizione della disperata ripetitività della vita di una casalinga dedita occasionalmente alla prostituzione per mantenere se stessa ed il figlio adolescente. Da molti considerato il suo vero capolavoro, il quotidiano francese “Le Monde” ed il quotidiano statunitense “New York Times” nel 1976 lo classificarono come “il più grande capolavoro femminile della storia del cinema”. Nel 2013 il suo lavoro è stato soggetto di una grande retrospettiva al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles ed alla Kitchen di New York.

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