Donne e arte, una creatività in continuo movimento

 Nella metà degli anni ’80 il celebre gruppo delle Guerrilla Girls imperversava sulla scena dell’arte contemporanea newyorchese producendo posters, cartelloni pubblicitari e libri caratterizzati da un femminismo radicale intriso di cocente ironia. Le Guerrilla Girls orientarono il loro attivismo sull’industria cinematografica hollywoodiana e sulla cultura popolare, irridendo gli stereotipi sessuali e la corruzione del mondo dell’arte. Ovviamente le loro incursioni artistiche erano frutto delle mille battaglie vinte dalle donne a partire dal 1963, anno in cui Betty Friedan, scrisse il libro Mistica della femminilità, nel quale l’autrice denunciava il ruolo coatto di sposa e di madre della donna americana, e rivendicava l’uguaglianza della donna all’uomo nel campo professionale, culturale e politico.

Tanti anni sono passati dalle provocazioni di Betty Friedan, delle Guerrilla Girls e di tante altre eroine al femminile e c’è da dire che tanti cambiamenti sono avvenuti per quanto riguarda il ruolo delle donne nella società moderna. Tornando a parlare di arte, le battaglie politiche e femministe sono oggi ormai accantonate, sono lontani i tempi della riappropriazione del corpo femminile operata dalle performance di Carolee Schneemann, Interior Scroll su tutte, dove l’artista estraeva una sorta di rotolo scritturale di rivendicazione femminile dalla sua vagina. Oggi le donne dell’arte sembrano più attente ai materiali, alle forme ed ai colori e si guardano bene dall’esser additate come femministe.

La top 10 delle donne più “costose” dell’arte contemporanea

Intavolare un discorso su temi legati ai gender non è proprio il massimo quando si parla di arte contemporanea ma ad onor di cronaca va detto che in fatto di creatività le donne non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi maschietti. Sempre più presente alle manifestazioni internazionali e sempre più lodata dalla critica, l’arte al femminile non è più una novità ma una gradita conferma che non necessita di rivendicazioni.

Ma in termini di mercato, quanto vendono le artiste? Beh, se siete dei collezionisti sappiate che le opere prodotte dalle femminucce raggiungono delle quotazioni di tutto rispetto ed un investimento sulle loro opere è caldamente consigliato. Se siete ancora scettici provate a dare un’occhiata a questa piccola top ten che abbiamo stilato, tenendo conto delle aste internazionali dall’inizio del 2011 ad oggi:  

Lady Pink, la prima eroina della street art


Il mondo della Street Art non è certo un mondo facile. Tra azioni notturne, fughe dalla polizia, lotte per mantenere uno stretto anonimato e “guerre” creative tra le diverse crews, bisogna avere nervi saldi ed una tempra d’acciaio se si vuole emergere. Roba da uomini duri direte voi ma in questi ultimi anni anche donne del calibro di Swoon, Miss Van e Toofly (tanto per citare solo alcuni nomi del vasto panorama street al femminile) hanno dimostrato di essere dotate di grande coraggio e grande visione creativa, al pari dei loro colleghi uomini.

Certo negli anni ’70 a New York erano ben poche le donne dedite a questa meravigliosa disciplina artistica. Una di queste è però entrata nella storia . Parliamo di Lady Pink, artista nata in Ecuador nel 1964 e cresciuta a contatto con la spumeggiante rivoluzione graffiti della Grande Mela. La carriera di Lady Pink inizia nel 1979 quando il suo ragazzo, street artist, viene arrestato.

Pop Art al femminile a Vienna

La Kunsthalle wien di Vienna ospita in questi giorni Power Up, Female Pop Art (fino al prossimo 6 marzo 2011) un’interessante mostra dedicata alla donne della Pop Art, movimento artistico che sovente viene associato ad illustri nomi maschili. Eppure anche le donne hanno avuto un ruolo chiave all’interno della Pop Art. Pur considerando la natura estetica di opere appetibili per la massa, queste pioniere del pop hanno comunque mantenuto una posizione belligerante e critica.

Gran parte delle figure presenti in mostra hanno  infatti rivelato la superficialità della cultura del consumatore, oggettivando il mito dell’oggetto e delle mercificazione come un guscio vuoto. Partecipano alla mostra nove artiste come Christa Dichgans , Rosalyn Drexler che con le sue opere esplora i luoghi comuni dei mass media, Jann Haworth che trasforma oggetti quotidiani in enormi oggetti kitsch, Sister Corita che invece ha trasformato il suo lavoro in una sorta di attivismo a favore della pace.