
I miti vacillano ma non crollano, questa frase sembra quanto mai azzeccata in questi giorni bui, dove anche i frizzanti maestri dell’Art Bubble vengono duramente attaccati da più parti. Damien Hirst, Jeff Koons e Maurizio Cattelan immagini simbolo di due superpotenze artistiche come Regno Unito e Stati Uniti, due figure spesso viste come demoni che hanno creato la bolla speculativa dell’arte. Loro si che sono sempre nell’occhio del ciclone, loro che, a detta di molti, hanno creato opere che non possono essere definite tali.
Ultimamente il critico Julian Spalding aveva aspramente criticato Damien Hirst definendolo un non-artista ed invitando i collezionisti a disfarsi prontamente delle opere del folletto della YBA, questo perché in un prossimo futuro le stesse non varranno poi tanto. Anche il nonnetto della pittura, David Hockney, si era scagliato contro Hirst criticando aspramente gli spot paintings portati a termine dagli assistenti di studio e non dall’artista medesimo. “non è un vero pittore, non è un artista” aveva tuonato anche Hockney.

Recessione o non recessione? Difficile a dirsi in un mercato dell’arte dove non esiste una reale piattaforma statistica in grado di quantificare introiti e vendite. Gli unici dati disponibili sono quelli delle aste ma dopo la bolla speculativa e dopo il crollo della Lehman Brothers le quotazioni di molte stars del contemporaneo hanno subito un congruo ridimensionamento. Un valido segno dell’andamento del mercato potrebbe essere però estrapolato dalla resistenza alla crisi che le gallerie private riescono ad opporre.
Il nuovo anno sembra già portare succose notizie di mercato, sembrerebbe infatti che Damien Hirst e Jeff Koons, stelle della bolla speculativa dell’arte, hanno perso il trono di re del mercato. Nel 2009 le vendite di molte delle loro opere si sono chiuse con un ribasso del 50 percento e sembra che ci vorrà una decade per far tornare le loro quotazioni a valori di record, almeno a quanto dicono importanti art dealers. “proprio in questo momento diversi collezionisti hanno avvertito la significante perdita di quotazioni di Hirst e non hanno intenzione di vendere, almeno fino a quando risaliranno” ha dichiarato Philip Hoffman, capo esecutivo del Fine Art Fund di Londra.