Ma il crowdfunding funziona veramente?

Nelle nostre pagine abbiamo più volte parlato delle piattaforme di crowdfunding, vale a dire dei siti internet dove è possibile illustrare il proprio progetto che verrà in seguito realizzato grazie a piccole o grandi donazioni da parte del popolo della rete. Grazie a websites com IndieGogo e Kickstarter, l’artista o il creativo squattrinato può presentare un suo progetto e farsi aiutare dagli utenti per la realizzazione dello stesso. In cambio l’artista mette sul piatto una serie di gadgets, stampe o quanto altro in base all’entità economica della sovvenzione di ogni singolo utente.

In Italia il crowdfunding è ancora in via di sviluppo, anche perché l’immaginario collettivo è saldamente ancorato alle vecchie sovvenzioni statali ed al fantomatico “impresario” che prima o poi scoprirà il nostro talento creativo. Eppure anche dalle nostre parti sono comparsi alcuni websites come Cineama ed Eppela, vere e proprie piattaforme di crowdfunding all’italiana che pian pianino stanno aprendo un varco in questa generazione 2.0 del fundraising. Ora però la domanda è la seguente:

Sing Sweet Songs of Conviction, ultimi giorni per finanziare la mostra

Abbiamo più volte parlato di crowdfunding tra le pagine del nostro sito. Si tratta di una nuova forma di finanziamento collaborativo, vale a dire che un gruppo di persone utilizza il proprio denaro per sostenere sforzi e progetti di altre persone od organizzazioni. Negli States, piattaforme come Kickstarter hanno già aiutato molti giovani artisti a realizzare i propri progetti ma in Italia esistono alcune piattaforme come Eppela, ma fino ad ora nessuno si era cimentato nella raccolta di fondi per sostenere il proprio progetto espositivo.

Finalmente l’idea è balenata a sei agguerrite artiste,  Alessia Armeni, Helena Hamilton ,Denise Hickey, Francesca Romana Pinzari, Pernette Scholte e Lisa Wade, riunite per il progetto Sing Sweet Songs of Conviction Le 6 artiste porteranno il loro lavoro nelle reciproche citta’ natali o di residenza con una mostra estremamente articolata.

La mia nuova opera? Me la finanzia la rete con il crowdfunding

Finanziare il proprio progetto artistico è un’impresa assai ardua. L’era dei mecenati sembra essere tramontata da un bel pezzo ed affidarsi alle istituzioni pubbliche è un mero sogno. Le gallerie private fanno quello che possono per sostenere la produzione creativa dei propri artisti ma è logico che coloro i quali non posseggono una galleria di riferimento sono costretti a procacciarsi sponsors sempre più difficili da trovare.

Ecco quindi che l’urgenza della sovvenzione privata ha dato vita alle piattaforme di crowdfunding, vale a dire dei siti internet dove è possibile illustrare il proprio progetto che verrà in seguito realizzato grazie a piccole o grandi donazioni da parte del popolo della rete. Grazie a websites com IndieGogo e Kickstarter, l’artista squattrinato può presentare un suo progetto e farsi aiutare dagli utenti per la realizzazione dello stesso.