New York: Directions, Points of Interest alla Galleria Massimo De Carlo

Il 25 gennaio 2012 la Galleria Massimo De Carlo di Milano inaugura la mostra New York: Directions, Points of Interest, una collettiva di giovani artisti che vivono e lavorano a New York, curata da Elena Tavecchia. La mostra si presenta come una mappatura artistica della città. Così suggerisce il titolo, composto dalle prime parole che appaiono aprendo Google Maps. Gli artisti che partecipano sono eterogenei per formazione, per mezzi espressivi che utilizzano e per messaggi che comunicano con le loro opere, ma ciò che li accomuna è che ognuno di loro vive, a modo suo, la Grande Mela.

Melting pot di culture e centro della scena artistica contemporanea, New York è un mosaico di realtà disparate, racchiuse tra i confini urbani, una città con un doppio sviluppo, verticale con i suoi grattacieli svettanti e orizzontale con l’esteso reticolo di strade e incroci. Ogni quartiere vive di una propria identità, così da Brooklyn a Chelsea al Lower East Side il panorama artistico può variare notevolmente. I protagonisti della collettiva riproducono questa molteplicità di ambienti, situazioni, stimoli culturali, offrendo ognuno un modo diverso di percorrere artisticamente questa grande città. I lavori di Jason Loebs, Justin Matherly, Sean Paul, Valerie Snobeck, Mika Tajima, Josh Tonsfeldt, Daniel Turner e Sara VanDerBeek dialogheranno e si confronteranno nelle tre sale della galleria.

Due mostre alla Galleria Massimo De Carlo di Milano

Il 15 febbraio 2011 la Galleria Massimo De Carlo di Milano inaugura due mostre: la personale di Piotr Uklanski e la collettiva Are You Glad to Be in America?. Uno degli artisti storici della galleria, torna a Milano presentando dei nuovi lavori su tela. Ispirandosi al “tie and dye”, una tecnica molto antica di tinteggiatura che prevede la creazione di nodi sui tessuti e la conseguente penetrazione o meno del colore, Piotr Uklanski espone sette grandi lavori per la prima volta in Italia.

Piotr Uklanski sperimenta ancora su formati, tecniche e supporti differenti. E questo nuovo ciclo di opere, tappa più recente nella produzione dell’artista, riflettono sul significato della pittura e sul gesto del dipingere: generalmente si parla di pittura quando pigmenti vengono applicati su una superficie per realizzare segni e figure; invece, nel caso dei lavori di Piotr Uklanski, è fondamentale non la saturazione quanto la decolorazione, lo sbiancamento di alcune parti di colore già steso, attraverso reazioni chimiche fra i liquidi e la tela colorata su cui vengono versati. In questo modo i lavori si posizionano a metà fra casualità e precisa volontà dell’artista.

Rashid Johnson – 25 days after October / Yotta Paintings

Il 25 novembre la Galleria Massimo De Carlo di Milano inaugura 25 days after October la mostra personale di Rashid Johnson. Uno degli artisti americani più interessanti dell’ultima generazione realizzerà una nuova serie di sculture e lavori su specchio ispirati agli scrittori e intellettuali William Faulkner, Bertrand Russell e William Edward Burghardt Du Bois.

Attraverso i suoi lavori, che spaziano dalla fotografia, alla scultura e al video, Rashid Johnson si interroga sulla propria identità, culturale e razziale. Ispirato dalla cultura afroamericana, dalla letteratura, dalla storia dell’arte, dal misticismo come dalla cosmologia, l’artista utilizza differenti materiali, come cera, legno, specchi e ceramica, e oggetti di tutti i giorni, come libri, cd, videocassette e piante in maniera puramente utilitaristica: li svuota del loro significato primordiale per dare origine ad un nuovo linguaggio, di cui l’artista è l’unico autore.

Dan Colen – Karma

Il 22 marzo la Galleria Massimo De Carlo di Milano inaugura Karma, la prima personale in Italia di Dan Colen. In mostra alcuni lavori inediti: la maggior parte di essi, come una gigantesca rampa da skateboard, o i trenta tabelloni da basket che diventano tessere di un grande domino, sono connessi alla produzione di Colen più conosciuta, legata alla cultura street e underground da cui l’artista proviene e dalla quale trae spesso ispirazione. Altri lavori, come la serie di confetti paintings, oli su tela che riproducono stelle filanti e coriandoli, o stampe fotografiche su tela di pubblicità commerciali, mostrano una nuova fase in cui, coerentemente al suo percorso stilistico, l’artista si focalizza su nuove tecniche e nuovi soggetti.

Nato nel 1979 a Leonia, nel New Jersey (USA), Dan Colen è considerato una stella nascente nel mondo dell’arte contemporanea. Dalla sua prima mostra, nel 2003, ha catalizzato su di sé l’attenzione del mondo dell’arte e dei mass media, quest’ultimi attirati anche dalla vita scandalosa ed eccessiva che l’artista conduce a New York, assieme ad altri esponenti della cosiddetta Bowery School. Nel 2006 compare, assieme a Ryan McGinley e Dash Snow (deceduto lo scorso giugno per un’overdose di eroina), sulla copertina del New York Magazine, che definisce il trio “figli di Warhol”.

Rudolf Stingel curatore della mostra di Sol LeWitt alla Galleria Massimo De Carlo di Milano

Il 27 gennaio 2010 la Galleria Massimo De Carlo di Milano inaugura una mostra di Sol LeWitt curata da Rudolf Stingel. L’artista italiano, per la prima volta nelle vesti di curatore, si cimenta con uno dei maestri dell’arte minimalista e concettuale, coinvolgendo nell’allestimento tutti gli spazi della galleria.

Rudolf Stingel decide di proporre, nelle tre sale della galleria, cinque wall drawings di grandi dimensioni, tutti giocati sul contrasto bianco/nero e realizzati con matite, pastelli o china: una serie di stelle grigie su sfondo nero, le cui punte aumentano progressivamente da tre a nove (Wall Drawing #386); archi neri che si susseguono su due pareti bianche contigue (Wall Drawing #546); linee, orizzontali su una parete e verticali su quella opposta, disegnate a matita, a mano libera, che sembra che si intersechino ma che in realtà non si toccano mai (Wall Drawing #137); quattro parti uguali di un quadrato in quattro diverse gradazioni di grigio, dal più chiaro al più scuro(Wall Drawing #365); forme bianche di polistirolo applicate su una parete grigia (White styrofoam on a gray wall).