I finalisti del V Premio VAF al CIAC di Genazzano

 

A sud di Roma, tra i Monti Prenestini, è collocata la splendida cittadina di Genazzano, sede del CIAC, Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea, situato all’interno dello storico Castello Colonna.   Il 29 settembre sole e aria frizzantina hanno fatto da sfondo all’inaugurazione della stagione invernale del medesimo sito attraverso la premiazione del vincitore del V Premio Artistico della Fondazione VAF, promosso da quest’ultima dal 2003 con cadenza biennale.

Palazzo Collicola, CIAC e i musei che funzionano

CIAC di Genazzano

Chiunque si trovi a passare al MADRE di Napoli in questi giorni di buriana, troverà un museo vuoto ma con biglietto a pagamento. Già, tre euro e rotti per ammirare un silenzio cageano che con l’arte ha poco a che spartire. Del resto anche il PAN non naviga in acque sicure. Ma a ben guardare, la lista dei musei italiani sul rischio della bancarotta è ben più lunga ed ogni giorno qualche realtà cittadina sparisce dalla lista degli spazi dedicati alla cultura, ultimo in ordine di tempo l’EX3 di Firenze.

Colpa dei tagli? No, o almeno non solo. La colpa è da attribuirsi al nostro pantagruelico e pigro sistema di gestione dei musei. Solitamente chi prende la poltrona non si sbatte più di tanto alla ricerca di sponsor e quanto altro e per quanto riguarda il programma espositivo basta tirare avanti la baracca alla meno peggio e tutti sono felici.

Ente Comunale di Consumo al CIAC di Castello Colonna di Genazzano

Il CIAC, Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea – Castello Colonna, presenta  il 10 dicembre una collettiva con 22 artisti impegnati a realizzare le opere sul progetto Ente Comunale di Consumo. Questa mostra è nata dal ritrovamento fortuito di un quantitativo di fogli oleati di carta con il logo dell’ECC utilizzata per l’incarto del burro.

Settembre 1946: un decreto legge dà vita agli Enti Comunali di Consumo, destinati al rifornimento nito solo un anno prima; ma è anche un’Italia che promuove alcune importanti politiche assistenziali. Gli ECC acquistano e vendono a prezzi calmierati beni di prima necessità. Manca una manciata d’anni all’inizio del boom economico, ma l’ECC resiste anche all’arrivo del benessere. Pane, pasta e burro restano i prodotti che le famiglie meno abbienti continuano a comprare all’ECC. Dalla metà degli anni Settanta, si registra l’inizio del declino degli Enti Comunali di Consumo, che diminuiscono col ridimensionarsi delle politiche assistenziali dello Stato, lentamente escono dalle abitudini e poi dalla memoria degli Italiani.