Whaleless fa tappa a Bari

Fabrica Fluxus Art Gallery di Bari è lieta di presentare dal 21 Giugno al 22 Luglio la mostra WHALELESS a cura di Giovanni Cervi in collaborazione con Res Pira. WHALELESS – Secondo appuntamento per il ciclo “Proud to Present”, esposizioni dedicate a presentare progetti curatoriali fra i più interessanti del panorama artistico italiano ed internazionale, che il Maggio scorso ha proposto le serigrafie di studio StudioCromie – è un progetto curato da Giovanni Cervi con il supporto di Res Pira nato nel 2005 come intreccio fra arte ed ecologia.

“La balena è un simbolo potente, perché è innocua, perché quella della caccia alle balene è un’industria che si autoalimenta, non produce niente e rovina il mare. Inquinamento, pratiche di pesca insostenibili e sonar d’ultima generazione sono solo alcune delle cause che stanno mettendo a rischio di estinzione le balene, in pericolo i nostri mari e tutto l’ecosistema.” L’idea lanciata in “rete” era quella di immaginare un mondo “whaleless”, senza balene, e ben presto è diventato un vero e proprio network di artisti, creativi e addetti ai lavori attraverso il passaparola e i vari sistemi di socializzazione web, costituendosi come progetto itinerante che negli anni ha coinvolto gallerelena rapaie ed istituzioni di tutto il mondo da Londra a Firenze, da La Rochelle a Roma, Berlino, Milano e Reggio Emilia e adesso Bari.

Ketos 2.0, arte a sostegno delle balene

Continua il progetto Whaleless ideato da Giovanni Cervi con il sostegno della  Strychnin Gallery e Whale and Dolphin Conservation Society che ha l’intento di promuovere la conservazione delle balene e di tutte le creature marine.

Dal 9 luglio al 31 agosto sarà in mostra ai Musei Civici di Reggio Emilia Ketos 2.0, collettiva che raggruppa giovani artisti di livello internazionale, ognuno con il proprio segno e attraverso il proprio immaginario artistico ha interpretato il rischio di estinzione dei Cetacei. Da “ketos” deriva cetaceo, in greco antico era riferito ai grandi mammiferi e ai mostri marini, 2.0 è la numerazione progressiva classica dei software; l’unione di questi due mondi, classico e moderno vuole essere una spinta alla “convivenza” di mondi apparentemente lontani, come lo sono natura e tecnologia.

Le opere in mostra sono eterogenee per medium e per provenienza geografica: dalla Cina arriva Kokomoo con il suo tratto surreale, dall’Argentina Fernanda Veron, fotografa digitale dall’immaginario potente e onirico, così come Squp e Ansgar Noeth (Germania) si occupano di fotografia, la prima ispirandosi allo studio delle posture delle balene fatto dal coreografo Merce Cunningham, il secondo al mito biblico di Giona e la Balena;

Whaleless, la riscossa delle balene

Globartmag ha presenziato lo scorso 11 giugno ad un insolito ed interessante evento artistico ospitato al Temporary Love di Roma, seminale e sperimentale luogo di incontro tra arte, design e moda della capitale . Si tratta di Whaleless, progetto itinerante ideato e curato da Giovanni Cervi e sostenuto da Res Pira, Pig Magazine, Globartmag, Bang Art e dalla Whale and Dolphin Conservation Society con l’intento di promuovere la conservazione delle balene, e di tutte le creature marine, attraverso i contributi di artisti e giovani creativi provenienti da ogni angolo del mondo.

Le opere in mostra, tutte raffiguranti l’enorme cetaceo, ci hanno particolarmente colpito non solo per la capacità di ricreare universi onirici e fantastici ma anche per la straordinaria difformità di stili, linguaggi e tecniche che ha contribuito ad allargare la visione percettiva su diversi livelli, proponendo molteplici universi paralleli posti su di un unico tema centrale.