Dreaming Beauties alla galleria Riccardo Crespi di Milano

La Galleria Riccardo Crespi presenta Dreaming Beauties, mostra collettiva che mette in relazione le opere di quattro artiste: Sofia Cacciapaglia, Ludovica Gioscia, Marta Sforni e Veronica Smirnoff. All’interno del percorso sensoriale offerto dalle quattro artiste si giunge ad una visione onirica e quadridimensionale del concetto di bellezza, finalmente libero da ogni meccanismo d’equilibrio. Le disomogeneità di stili e tecniche contribuisce alla riprogrammazione di ogni manifestazione fisica e concettuale, sino al completo stordimento percettivo.

Nel lavoro leggero e imponente di Sofia Cacciapaglia si ritrovano forme femminili che nella loro essenzialità tendono a divenire forme astratte, allo stesso modo le botaniche immaginarie riecheggiano immagini antropomorfe, quasi allegoria di un ciclo dal quale non si può uscire. La natura umana, l’essere donna ‘ossessivamente’ non sfugge alla propria essenza: l’osservatore viene riportato sempre lì, a confrontarsi con il rincorrersi ed il confondersi delle unità di misura della realtà e dell’onirico.

New entry > Archivio Video al DOCVA di Milano

Dal 29 maggio al 6 giugno New entry > Archivio Video – appuntamento periodico che presenta al pubblico opere conservate in Archivio Video DOCVA, curato da Careof – propone Folder di Cosimo Terlizzi. Cosimo Terlizzi inizia la sua ricerca artistica a metà degli anni Novanta, indagando la realtà che lo circonda attraverso la memoria e le esperienze personali e collettive. Restituisce microstorie che trascendono le singole vicende per descrivere le incongruenze e gli aspetti insoliti della quotidianità. Suoi soggetti privilegiati sono le persone, colte in rapporto al loro ambiente, trasformate in icone di rilevanza generazionale. In questa direzione ha fatto del ritratto il suo strumento d’indagine privilegiato.

Il mediometraggio documentario Folder (2010) sintetizza la poetica dell’artista. Il titolo si riferisce alla cartella di documenti personali, dove Terlizzi ha archiviato digitalmente i ricordi di un anno di vita: appunti in forma di video, fotografie, conversazioni via chat. Elementi autobiografici e indizi, attraverso i quali si delinea la vicenda drammatica di un’amica legata al percorso di cambiamento di sesso. Il film si struttura come un ipertesto, dove le singole informazioni sono legate le une alle altre in una narrazione non lineare.

Matteo Attruia alla Lipanjepuntin di Trieste

LipanjePuntin artecontemporanea ha il piacere di presentare Courtesy the Artist, una mostra personale di Matteo Attruia (Sacile, 1973) a cura di Daniele Capra. Per Courtesy the Artist Matteo Attruia ha contattato oltre una ventina di artisti da lui stimati chiedendo loro di contribuire alla realizzazione della mostra attraverso la donazione di una loro opera.  Compatibilmente alle proprie esigenze espressive, gli artisti coinvolti hanno ricevuto una busta, un francobollo ed un attestato/opera che testimonia la partecipazione e la gratitudine di Attruia.

L’artista così mette in atto un processo basato su dinamiche contrapposte, di condivisione di intenti e di appropriazione del lavoro altrui, svelando da un lato la propria debolezza che lo spinge a chiedere aiuto e, dall’altro, l’abilità di colui che riesce comunque a trarre un vantaggio da una situazione di difficoltà.  Le opere, rigorosamente private della firma di chi realmente le ha eseguite, ma non prive dello stile che caratterizza ciascun autore, diventano così lavori dello stesso Attruia e come tali sono esposti con il vincolo di segretezza. Identificate esclusivamente con un numero progressivo, le opere parlano al grado zero, annullando ogni liaison con il background, la storia e il curriculum che solitamente le accompagna.

Shirazeh Houshiary alla Lisson Gallery di Milano

Il lavoro di Shirazeh Houshiary si colloca a metà strada tra presenza e assenza, tra essere e non essere. Attraverso l’uso di differenti tecniche espressive… pittura, scultura e animazione, l’opera di quest’artista mira a catturare l’essenza invisibile alla base dell’esistenza.  Le sue composizioni, create dall’intreccio finemente lavorato di matita e colore, di armature di alluminio, o di fugaci apparizioni digitali, evocano topografie impossibili, indagando il microscopico o il cosmologico. Sebbene appaiano elusive e possano confondere lo sguardo, queste opere possiedono una forte energia che, se da un lato mette a nudo i limiti della percezione umana, dall’altro mostra un’intensa presenza fisica.

Le opere pittoriche di Shirazeh Houshiary esigono la lettura e al tempo stesso la negano. Su una base di pittura acrilica nera o bianca, la matita viene utilizzata per comporre differenti livelli di testo attraverso la ripetizione di due parole – un’affermazione e una negazione – che, sovrapposte l’una sull’altra, finiscono per trasformarsi in una rete intricata e in velature trasparenti, amalgamate poi attraverso un’esplosione di colore.

Smeared with the Gold of the Opulent Sun alla Nomas Foundation di Roma

La mostra Smeared with the Gold of the Opulent Sun è ispirata a un personaggio mancante, una figura centrale ma assente. La si potrebbe intendere come un tentativo – necessariamente fallito – di ricostruire la sua storia a partire da alcune pagine di quello che sembra essere il suo diario, e da una collezione di frammenti e una collezione di immagini e oggetti presumibilmente creati, o raccolti, da lui. Per quanto abitasse a Roma, non è dato sapere se vi sia anche nato o se vi sia morto (o se sia morto sul serio o invece sia solo disperso, o si sia recato altrove lasciando deliberatamente dietro di sé questa imperscrutabile, ma elegante, autobiografia per oggetti). È anche difficile stabilire quando sia vissuto.

Forse in un passato lontano o non tanto lontano (il tempo dei polli di gomma?), o forse addirittura in un imprecisato momento del futuro. Come la grande e ammalata città in cui viveva, i residui della sua vita testimoniano strati temporali contradditori, epoche che si sovrappongono l’una all’altra. Chi era? Cosa faceva? Anche questo è un bel mistero. Come tutti, va da sé, pare che egli abbia amato. Che abbia lottato per difendersi e sopravvivere. Che abbia cercato di comprendere i tempi sofferti in cui è vissuto. Impossibile dire fino a che punto ci sia riuscito.

Maurizio Mochetti allo studio Stefania Miscetti di Roma

Stefania Miscetti è lieta di presentare il progetto ORIZZONTE DEGLI EVENTI: un’installazione di Maurizio Mochetti appositamente ideata e realizzata per la galleria e per gli spazi contigui fino ad uscire all’esterno.  L’opera consiste in un segmento, un raggio laser rettilineo, che compie un “disegno spaziale fotonico”, percorrendo ed oltrepassando senza limiti strutturali i confini degli spazi architettonici, luoghi di ricerca creativa e produzioni artistiche differenziate ed abitate.

Dalla galleria di Stefania Miscetti, agli spazi creativi ed abitativi degli artisti Mochetti e Scaramella, proseguendo in direzione dello studio e abitazione degli architetti e collezionisti Lazzarini e Pickering, il “tragitto” continua ancora attraversando un ultimo spazio, libero e neutro, vuoto e non abitato, preludio silente che precede “l’evasione” all’esterno del raggio che diventa punto di luce, “arrestato” dalla parete frontale degli edifici.

Mostre in giro per il mondo edizione giugno 2012

Charles Ray

Come di consueto eccoci al nostro rapido tour delle mostre d’arte contemporanea più interessanti in giro per il mondo. Se vi trovate in vacanza in uno di questi posti o avete intenzione di partire, non dimenticate di fare una puntatina negli spazi che vi suggeriamo. Vi assicuriamo che non ve ne pentirete. La Gran Bretagna si prepara alle Olimpiadi di Londra 2012 e di conseguenza l’offerta contemporanea è quantomai ricca e variegata. Il mitico Damien Hirst sarà in mostra alla Tate Modern fino al prossimo 9 settembre con una retrospettiva senza precedenti nella sua terra d’origine.

Sempre alla Modern c’è tempo fino al 5 giugno per godersi l’iridescente mondo a pois di Yayoi Kusama. Alla Tate St Ives c’è invece Alex Katz, in mostra fino al prossimo 23 settembre 2012 con le sue opere pittoriche più solari. Ultimi giorni per visionare il nostro Alighiero Boetti con la bellissima retrospettiva Game Plan, ospitata fino al prossimo 27 maggio dalla Modern.

Tre Mostre al Castello di Rivara

Maurizio Savini e Riikka Vainio: DOMESTIC FOREST

Fino al 23 settembre

“Traccio una casa intorno a me per farla abitare soltanto per un istante” Domestic forest è l’evoluzione o, se vogliamo, la naturale conseguenza di una performance. È un’azione che tenta di edificare uno spazio senza costruire nulla, senza erigere alcun tipo di steccato o recinzione, apparentemente negando lo spazio stesso. È un accampamento. E sebbene tale vocabolo evochi nell’immediato un’idea di trasandatezza e di vita ai margini, non è questa l’intenzione. Ciò che qui si immagina è una planimetria che non verrà mai realizzata in modo permanente, ma che trova invece forma e plasticità nell’esposizione. Un progetto spontaneo e istintivo, disegnato tracciando soltanto una sottile linea bianca, più leggera del solco di un aratro.

 E ciò avendo cura di non modificare e di non spostare nulla. In totale sintonia con lo spazio, Domestic forest è un luogo di aggregazione dove tutti possono intervenire senza ostacoli né barriere, con piena libertà di scegliere e disporre. Un banchetto dove i convitati possono guardare da finestre immaginarie, da angoli nascosti nel nulla.

Alberto Di Fabio alla GNAM di Roma

Da sempre Alberto Di Fabio è impegnato a indagare il mondo naturale, i fenomeni fisici che lo regolano, macro e micro cosmo, attraverso uno speciale uso del mezzo pittorico che prende accenti ora realistici ora astratti, ora ottico/cinetici, ora spirituali. Tale percorso, sviluppato a partire dagli anni Ottanta, ha avuto il sostegno di una larga fortuna espositiva, critica e collezionistica soprattutto a livello internazionale.

La mostra alla Galleria nazionale d’arte moderna rappresenta la sua prima esposizione personale presso una pubblica istituzione in Italia, per la quale l’artista ha concepito un progetto specifico calibrato sugli spazi di raccordo tra il nucleo più antico e quello più moderno del museo, progettato da Cesare Bazzani, vale a dire il lungo corridoio alle spalle del salone centrale destinato per la prima volta, a un intervento visivo unitario realizzato da un autore contemporaneo.

Roberto Cuoghi alla galleria Massimo De Carlo di Milano

Il 30 maggio 2012 Massimo De Carlo inaugura a Milano la mostra di Roberto Cuoghi dal titolo ZOLOTO. Il motivo guida della terza personale dell’artista alla galleria è la caricatura al proprio lavoro, risultato di un arrovellamento sulle definizioni, sull’inganno dell’apparenza e sugli sconfinamenti tra interiorità ed esteriorità. L’insofferenza che l’artista avverte, di rimbalzo, riguardo ai significati attribuiti al proprio lavoro è in mostra sotto forma di parodia.

I disegni e le opere pittoriche sono personificazioni che volutamente non arrivano a meritare qualifica di autoritratti. Declinazioni possibili dell’autore, ragionamenti e fantasie su scelte non fatte, oppure estensioni di caratteristiche prese una alla volta e sigillate in una dimensione più radicale. Ogni volto è una risposta sotto forma di proiezione, ammissibile o impietosa, oppure autocelebrativa, come la serie che si riferisce a una marca di sigari economici: una puntualizzazione sulla decisione, a ventiquattro anni, di cambiare drasticamente il proprio aspetto in quello di un uomo di mezza età.