Il CACT CENTRO D’ARTE CONTEMPORANEA TICINO apre il prossimo 9 giugno 2012 la mostra collettiva DEEP INSIDE. DISSOCIATIONS. Il tema nasce da alcune riflessioni attorno alla definizione di nuove espressioni linguistiche, che si modificano in rapporto ad una società in totale cambiamento, allo sviluppo delle tribù telematiche, in grado di sovvertire il concetto d’estetica e delle modalità comunicazionali: ciò tocca giocoforza anche un istituto e un museo d’arte. La caduta di due blocchi contrapposti quali il Comunismo e il Capitalismo e la rimessa in seria discussione del concetto di avanguardia, che – lo si credeva – bene avrebbe potuto coniugarsi con quello di Modernità, pone l’artista e il creatore di pensieri al centro di un dibattito che li riconfigura attraverso nuovi posizionamenti societali e culturali. La transmedialità ha ormai sostituito la multimedialità e l’identità di un museo è pure in via di ridefinizione. È oltremodo interessante constatare come negli ultimi anni la società si sia trasformata da corpo concettuale, animato da modalità collettive, a identità tattile eterogenea, laddove ogni singolo cerca la propria personale identità e collocazione entro una rete di codici collettivi.
Il ritorno al tattile rappresenta il ritorno al ‘reale’, sia in arte che nella società di tutti i giorni, laddove le mistificazioni del pensiero filosofico, sociologico e/o analitico hanno fortemente perso il loro impatto concettuale e ideologico sull’idea di gruppo sociale, ridando ossigeno alla persona libera e ai suoi valori. Il ritorno al tattile pone in forte analisi il museo non solo come giardino del vedere, bensì anche come luogo d’azione. Ecco che l’applicazione dell’idea ‘performativa’, preconizzata qualche anno fa quale ritorno ad una psico-geografia della persona artistica come condivisione tra oggetto e soggetto, la si scorge nell’approfondimento della figurazione attraverso l’espressionismo e la sensualità del corpo sensuale e psichico.