Dopo le MAXXI vicende la privatizzazione è l’unica via possibile

Circa tre anni or sono il segretario del partito inglese dei conservatori Jeremy Hunt, promise una gestione dei musei pubblici all’americana e cioè con il supporto di sponsor e benefattori privati: “Credo nel finanziamento pubblico ma in questo sistema economico contemporaneo bisogna introdurre altre fonti di finanziamento per lo sviluppo dell’arte e della cultura” dichiarò Hunt in quel frangente.

Liberté, Égalité, Censure, anche la Francia tappa la bocca all’arte

L’ombra della censura cade anche su uno dei paesi più liberal del mondo. La Francia ha infatti censurato un’opera dell’artista cinese Ko Siu Lan esposta al palazzo delle belle arti parigino, ricordiamo che l’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Artsuna delle più prestigiose scuole d’arte del mondo. Il progetto di Ko Siu Lan è stato ritenuto passibile di censura a causa dei suoi contenuti satirici che mettono alla berlina gli slogan della campagna politica del presidente Nicolas Sarkozy.

L’opera si compone di quattro grandi banner posti all’esterno del palazzo che recano le parole “lavora”, “meno”, “guadagna”, “di più”. Ovviamente prese nell’insieme queste quattro parole si contrappongono al celebre slogan lanciato da Sarkozy che tradotto in italiano recita: “Lavora di più per guadagnare di più”. La frase coniata dal premier francese è stata più volte protagonista delle elezioni presidenziali del 2007, quando la nazione era in preda alla crisi finanziaria.

Anche il Louvre entra in sciopero

Alcuni giorni fa vi avevamo dato notizia dello sciopero dei dipendenti del Centre Pompidou di Parigi. Ieri la vicenda si è infittita poiché altre due importanti istituzioni museali francesi si sono unite alla protesta. Si tratta del celebre museo del Louvre ed il Palazzo di Versailles che hanno chiuso i loro cancelli in barba a centinaia di turisti che si apprestavano a visitare le sale espositive dei musei. I poli culturali parigini sono insorti dopo l’assurda decisione del governo di perpetrare numerosi tagli tra le forze lavoro.

In settimana i sindacati si sono incontrati con le istituzioni ma secondo quanto dichiarato da Kamal Hesni, delegato dell’unione dei musei il meeting non avrebbe portato alcun risultato: “Il nostro incontro con il ministero della cultura della scorsa notte non è arrivato a nulla, quindi mi pare logico che lo sciopero andrà avanti ad oltranza“. Secondo l’unione CFDT il governo rimpiazzerà un lavoratore ogni due che andranno in pensione, ciò manderebbe in tilt la macchina culturale dell’intero paese.