Gauguin troppo scabroso e una donna lo aggredisce

Sin dall’alba dei tempi i capolavori dell’arte custoditi nei musei sono stati ammirati da milioni di appassionati provenienti da ogni parte del globo. Alle volte però tra il pubblico si cela qualche invasato che non ha la benché minima intenzione di ammirare l’arte, bensì arrecare danno ad essa, ed allora son dolori. Certo le istituzioni museali sono costantemente impegnate nella salvaguardia delle loro opere ma è praticamente impossibile prevedere un atto repentino quanto inaspettato.

Ecco quindi che nel corso della storia, molte opere sono state squarciate, scarabocchiate o comunque oltraggiate da vandali, mitomani o peggio ancora artisti invidiosi. L’ultima notizia in tal senso proviene dalla National Gallery di Washington D.C., prestigiosa istituzione che attualmente ospita una mostra sui capolavori di Paul Gauguin.

La dura legge della street art colpisce anche Basquiat

La street art è arte che proviene dal popolo per il popolo. Derive sociali a parte, ogni street artist è conscio del fatto che confrontandosi con la strada, deve sottostare alle leggi della strada. Molto spesso però la strada è senza regole ed ecco che graffiti e murales vengono cancellati, vengono coperti da altre opere o da un nugolo di tags. Noi vi avevamo già parlato di Underbelly Project, la mostra definitiva sulla street art  alloggiata in una fermata della metropolitana dismessa di New York. Alla mostra, tuttora segreta, hanno partecipato celebri nomi della street art internazionale come Ron English , Swoon, Gaia, Faile, Jeff Soto, Dan Witz e Revok.

Ebbene, questi altisonanti nomi non hanno certo spaventato l’esercito degli street artists senza regole e lontani dalle gallerie d’arte che hanno prontamente reagito imbrattando i murales presenti alla mostra. Forse molti si sono sentiti esclusi, forse è così che deve andare, fatto sta che due persone hanno trovato la mostra ed hanno portato a termine la loro operazione di bombing. A migliaia di chilometri di distanza nel frattempo, un altro storico protagonista della street art newyorchese è stato vittima di una simile azione.

La scena italiana e gli scandaletti d’ordinanza

Scandalini e scandaletti di questa italietta dell’arte piccola piccola. In questi ultimi giorni Il Palazzo della Ragione di Verona ospita la mostra Artistica 2010, evento di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno di parlare vista la presenza di un nutrito numero di opere simil-Pollock e simil-Tamara De Lempicka ed altre manifestazioni del genere.

Il fatto è che per l’ennesima volta si è cercato di dare risalto ad una manifestazione anonima mediante il trucchetto dello scandalo. Stavolta ci ha pensato l’artista U.V. (omettiamo il nome per non fargli ulteriore pubblicità) che affrontando temi scottanti come l’aborto o la pillola Ru486 ha prodotto un’opera che prevedeva delle macchie di sangue lasciate colare sul pavimento. Il Corriere della sera ci informa che l’opera dell’artista si risolve in un ventre di una donna gravida squarciato di netto con un feto che fa capolino dall’interno, la mano di un manichino afferra un bisturi e apre un varco nel grembo materno. Sotto l’installazione c’è (o c’era) ovviamente una chiazza rosso sangue.