
Ai più attenti questa foto farà certamente venir alla mente qualcosa. Ma di cosa si tratta in realtà? Forse di una manipolazione digitale eseguita da un qualche giovane artista che ha deciso di seguire le orme dei grandi maestri del surrealismo? Niente di ciò, la foto che vedete qui sopra è l’ennesimo esempio di quanto il mondo della moda in questi ultimi tempi sia a corto di idee e di quanto esso attinga a piene mani dall’arte contemporanea.
Già perché questo cartellone pubblicitario fa parte della nuova campagna primavera-estate del noto fashion brand Diane Von Fursenberg. Ad un’accurata analisi della scena è possibile scorgere sullo sfondo (cielo, paesaggio desertico ed elemento architettonico) grandi rimandi a Salvador Dalì mentre la sfera che si intravede sembra proprio una creazione di René Magritte. Passando al soggetto principale le cose non cambiano, l’ovale della modella in primo piano chiama nuovamente in causa René Magritte anche se a guardarla bene quella superficie specchiante sembra esser scopiazzata dall’inquietante figura in nero che compare in Meshes of The Afternoon, capolavoro di surrealismo in pellicola della grande Maya Deren, una delle più grandi esponenti del cinema sperimentale nonché pioniera della video arte.

Siamo a Parigi, esattamente il 30 settembre del 1981 il ministro francese di grazia e giustizia Robert Badinter riesce ad abolire la pena di morte in tutta la nazione. Ci sono voluti circa duecento anni di dibattiti e polemiche per arrivare a questa importante decisione. Fu infatti nel lontano 1791 che Louis-Michel Le Peletier de Saint-Fargeau cercò di convincere l’Assemblea Costituente ad abolire la pena capitale. Dal 1791 al 1981, dalla Rivoluzione Francese ai giorni nostri, si è lungamente parlato di giustizia divina e giustizia terrena e sul fatto che un uomo non può sostituirsi a Dio e sottrarre la vita ad un altro uomo.