I Voina minacciano danni in Russia


Il silenzio dei Voina ci sembrava un poco sospetto, ma nel giro di una decina di giorni tutti i nostri dubbi sono stati fugati, visto che alcuni componenti del celebre gruppo artistico russo hanno già gridato vendetta. Stiamo parlando della reazione al nuovo arresto di Oleg Vorotnikov che nel marzo scorso ha partecipato ad una manifestazione non autorizzata dell’opposizione, strappando il cappello di alcuni agenti di polizia e ferendone uno alla nuca. Vorotnikov è quindi dentro con l’accusa di atti di teppismo ed i suoi colleghi hanno pensato bene di vendicarlo.

I Voina sono stati chiamati al Creative Time Summit, prestigiosa manifestazione con artisti socialmente impegnati provenienti da ogni parte del mondo che si terrà il prossimo 23 settembre a New York e dove parteciperanno nomi come Laurie Anderson e Jeremy Deller. Ebbene, a ridosso di questa importante partecipazione il gruppo artistico ha dichiarato di voler distruggere opere pubbliche russe per un totale di 100.000 dollari di danni. La cifra non è casuale visto che nello scorso febbraio Vorotnikov era stato liberato grazie ad una cauzione di 10.000 dollari, in parte pagati dal celebre street artist Banksy.

Richard Prince paga i danni!

Sin. Richard Prince, dx. Patrick Cariou

Mai articolo fu più profetico. Ieri nel nostro pezzo intitolato Quella strana consuetudine di “rubare” le immagini, abbiamo infatti accennato alla vicenda Patrick Cariou contro Richard Prince. Nel 2008, per una mostra alla Gagosian Gallery, Prince aveva praticamente “rubato” alcune immagini del fotografo francese riguardanti la cultura del popolo rastafari e pubblicate nel 2000 dopo una decade di ricerche sulle montagne jamaicane.

Per il suo ciclo di opere intitolato Canal Zone, Prince non aveva fatto altro che aggiungere qualche particolare alle immagini del fotografo. Ebbene ci è giunta da poco notizia che un giudice statunitense ha dato ragione a Cariou, accusando Prince di aver infranto i diritti d’autore riguardanti le immagini. P

Vip Art Fair paga i danni

Lo scorso mese vi avevamo dato notizia dell’inaugurazione della prima edizione della Vip Art Fair, esperimento unico nel suo genere che di fatto ha portato su internet una vera e propria fiera dedicata all’arte contemporanea. L’evento era stato lanciato in pompa magna ed ottenuto il nostro press pass, noi di Globartmag siamo andati a curiosare in giro per gli stand virtuali presenti all’attesissima fiera. Una cosa però ci è subito saltata all’occhio, vale a dire l‘incredibile lentezza del sito pesantemente sovraccaricato da milioni di visitatori di tutto il mondo.

Il sito della VIp Art Fair prevedeva anche una chat dove gli utenti potevano parlare con gli assistenti di galleria per chiedere informazioni sulle opere esposte e quanto altro. Inutile dire che poche ore dopo l’inaugurazione dell’evento, anche la chat si è rovinosamente “impallata”, rendendo assai frustranti gli scambi epistolari tra clienti e gallerie. Anche la nostra redazione ha impiegato più di un’ora per visitare solo una manciata di stand e ammirare qualche decina di opere.