Nuova accusa per Ai Weiwei: Plagio!

Perdonateci l’insistenza ma non possiamo continuare a tollerare ciò che il governo cinese sta perpetrando ai danni del coraggioso artista Ai Weiwei. Pochi giorni fa avevamo scritto un articolo in cui chiedevamo ai nostri lettori di firmare una petizione per chiedere il rilascio dell’artista, praticamente tenuto in ostaggio da più di una settimana. Ebbene oggi, dopo le accuse di evasione fiscale mosse ai danni di Weiwei, la Cina ha spiccato un’altra denuncia che ci appare ancor più surreale ed ingiusta della precedente. Una notizia proveniente dall’agenzia stampa Xinhua ha infatti aggiunto un’ulteriore colpa all’artista detenuto.

Si tratta di un’accusa di plagio relativa a 1001, performance in cui l’artista ha praticamente portato in gita 1001 cittadini cinesi a Kassel in occasione di Documenta 12 nel 2007. Questo meraviglioso progetto sarebbe stato frutto di un’idea rubata a Yue Luqing, professore di arte all’Accademia di Belle Arti di Xian.

Firma anche tu per il rilascio di Ai Weiwei

La risposta della Cina alle tante voci di protesta contro la surreale vicenda Ai Weiwei è arrivata proprio in queste ultime ore e stiamo parlando di dichiarazioni scioccanti. “Gli Stati Uniti devono smetterla di interferire con quello che succede nelle altre nazioni” queste le parole del ministro degli esteri Hong Lei apparse in un comunicato diramato lo scorso sabato.

Le dichiarazioni del ministro giungono dopo un vero e proprio polverone sollevato da numerose associazioni governative a difesa dei diritti umani e dal popolo della rete. La Cina sbatte quindi la porta in faccia al mondo intero, un mondo fatto non solo di artisti e creativi ma di persone che da sempre lottano per la difesa dei diritti umani. Weiwei è stato arrestato lo scorso 3 aprile per “reati economici” non ben specificati, la notizia è giunta dopo oltre 4 giorni di sospetto silenzio delle istituzioni cinesi.

Addio a Rammellzee, pioniere della graffiti art

E’ stato pioniere del graffiti writing oltre che un performance ed hip hop artist capace di influenzare celebri rappers come Cypress Hill e Beastie Boys. Stiamo ovviamente parlando del mitico Rammellzee che sfortunatamente si è spento la scorsa domenica all’età di 49 anni, nel quartiere dove aveva sempre vissuto, nel Queens di New York. Rammellzee cominciò la sua carriera di street artist tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 e si fece subito notare per le sue celebri incursioni sui vagoni della metropolitana di Queens, letteralmente invasi dalle sue lettere spigolose e puntute.

La sua fama crebbe velocemente negli ambienti underground, tanto da fargli guadagnare un’apparizione nel celebre documentario Wild Style di Charlie Ahearn. Nel 1983, il suo amico e collega di street art, Jean-Michel Basquiat l’aiutò ad illustrare la copertina del suo singolo di hip hop, intitolato Beat Bop. La traccia divenne una pietra miliare del genere, grazie alle ritmiche ed allo stile fresco ed innovativo del cantante-artista.