L’arte irlandese contro Bono Vox mentre il MET alza i prezzi

Pensate che le tasse italiane siano troppo alte? Beh, forse la cosa non vi sarà di conforto ma sappiate che l’Italia non è l’unico paese ad avere tasse astronomiche. Parlando di gabelle infatti anche l’Irlanda si difende bene e se fino a qualche anno fa gli artisti potevano godere di tassazioni privilegiate, nel 2006 il governo ha deciso di rialzare la posta, con sommo dispiacere di molti creativi. A questo punto molti artisti hanno deciso di spostare i loro affari all’estero e fra questi nomi c’è anche Bono Vox, carismatico leader degli U2 che ha pensato bene di evitare le tasse nazionali trasferendo i suoi affari in altri lidi, in Olanda ad essere precisi.

Questa fuga ha mandato su tutte le furie molti connazionali della celebre band ed in occasione del ritorno in patria degli U2 previsto per il prossimo 24 giugno al festival di Glastonbury, l’organizzazione artistica Art Uncut inscenerà una performance di protesta molto simile ad una vecchia azione di Banksy.

Damien Hirst, Marc Quinn e i Duran Duran guidano la rivolta inglese

Quando il mondo della cultura made in England si arrabbia (per non pronunziar altre parole) lo fa sul serio. Come già anticipato in altri nostri articoli, il governo britannico ha proposto di rialzare le tasse universitarie annuali a circa 14.000 dollari (9.000 sterline circa). Ovviamente gli studenti di tutto il Regno Unito si sono subito opposti a questa incredibile e sfrontata richiesta ma la loro protesta è stata in queste ultime ore rilanciata da altre figure di spicco. Un gruppo di 90 tra artisti visivi, musicisti ed altre figure creative della Union Jack si è infatti unito alla sommossa popolare, portando nuova linfa a sostegno di una causa che ci sembra più che giusta.

Tra i magnifici 90 svettano i nomi degli artisti Damien Hirst, Marc Quinn e Rachel Whiteread, dei musicisti Mick Jones (Clash),  Bobby Gillespie (Primal Scream),  Nick Rhodes (Duran Duran) e dei fashion designers Stella Mc Cartney e Lily Cole. Il bello è che i magnifici 90 non hanno solamente cercato di dare un aiuto morale ai giovani studenti ma si sono offerti di pagare le multe di questi ultimi al grido di “Can’t pay your fees? We’ll pay your fines!(non potete pagare le rette? noi pagheremo le vostre multe!), incitando così i giovani ad una sana disobbedienza nei confronti di uno stato ladrone.

Bye Bye England, L’addio di Tracey Emin

Tracey Emin, la figlia ribelle del Regno Unito sta meditando su una possibile fuga dalla patria che le ha dato fama ed onori. L’artista potrebbe traversare la Manica e trasferirsi in Francia a causa del famoso 50% di tasse stabilito dal governo inglese per quanto riguarda gli introiti derivati dalle compravendite d’arte.

Tracey Emin che possiede già un’abitazione in Francia ha rilasciato una piccante intervista dichiarando di “aver seriamente preso in considerazione l’idea di lasciare la Gran Bretagna. La questione è semplice non ho nessuna voglia di pagare le tasse al 50%, calcolando questa tassa assurda più le spese per la National Insurance riguardante i contributi per la pensione alla fine rischierei di spendere 65 pence per ogni sterlina ricavata.”