Pixel al Palariviera di San Benedetto del Tronto

Nell’ambito della seconda edizione di Expo arte contemporanea – Marche Centro d’Arte, nei locali del PalaRiviera si inaugura il 15 luglio alle ore 18 PIXEL – la nuova generazione della videoarte italiana a cura di Giovanni Viceconte. PIXEL costituisce una panoramica di quella che è la tendenza di questi nuovi linguaggi e mette in mostra diciotto realtà artistiche diverse – Filippo Berta, Silvia Camporesi, Cosimo Terlizzi, Daniela Depaulis, Armando Fanelli, Tiziana Contino, Rebecca Agnes, Laurina Paperina, Antonio Guiotto, Alessandro Fonte, Devis Venturelli, Matteo Mezzadri, Christian Rainer, Maria Pecchioli, Diego Cibelli, Sabrina Muzi, Diego Zuelli e Luca Matti – che con differenti modi di agire ci mostrano una determinata oggettività narrata tramite uno specifico linguaggio e in base al proprio modo d’esprimersi. 

La rassegna sottolinea che parlare di videoarte come forma d’espressione nella scena artistica contemporanea, oggi è sempre più attuale e vicino al nostro modo di comunicare.  In effetti, questo linguaggio è ormai considerano parte  integrante della formazione/produzione di un’artista, poiché è assolutamente affine alle modalità comunicative e sociali del nostro vivere moderno.

Posseduti dall’amore al Progetto Tangram di Brescia

Leggendo il recente saggio di Michael Hardt e Toni Negri, Comune (2009), col quale si conclude la trilogia aperta da Impero (2000) e proseguita con Moltitudine (2004), ci si imbatte, ad un tratto, in un vero e proprio inno all’amore, fondato sulla necessità della sua rivalutazione concettuale nell’ambito della teoria politica, del discorso filosofico e persino della scienza economica e ciò malgrado i due autori sappiano «ormai bene che questo termine mette a disagio molti lettori», alcuni dei quali «si rigirano nervosamente sulle loro sedie», mentre «altri alzano le spalle con aria di superiorità» e che gli stessi filosofi, teorici politici ed economisti che spesso, pur senza accantonare «il loro algido rigore intellettuale», parlano d’amore sono così inibiti da precludersi la possibilità di fornirci importanti insegnamenti.

«L’amore», si spingono persino a dichiarare, quasi riecheggiando il San Paolo della Prima lettera ai Corinzi, «è il cuore pulsante del programma che abbiamo sviluppato fino a questo punto senza il quale il resto sarebbe un ammasso senza vita». Posseduti dall’amore, intende costituire un primo passo in vista di un’esplorazione plurilinguistica e pluridisciplinare del legame esistente tra potenza dell’amore e prodursi dell’arte; sull’amore come principio costituente della creazione artistica, così come sull’arte costituita dalla pratica amorosa.

Reload giunge al termine ma con altre novità

Dopo l’inaugurazione di lunedì 28 febbraio, che ha restituito una delle immagini più vitali e sensate dell’intero progetto, RELOAD ha esaurito il suo programma. Dopo otto settimane gli organizzatori sono convinti che non solo tutti i risultati siano stati raggiunti, ma che essi abbiano superato le aspettative. Il concetto di ricarica di spazi improduttivi ha dimostrato le sue applicazioni.

I quattro progetti Share, Tunnel, Perform, e Windows, hanno sviluppato e dimostrato pienamente le possibilità di ciascuna ipotesi. Il monitoraggio ampio compiuto sulla scena artistica romana attraverso il coinvolgimento di molte realtà ha iniziato a definire un «panorama con contrasto». E tutto questo ha avuto ancor più valore perché si è svolto di fronte ad un pubblico molto ampio che ha potuto registrare i dati emersi ogni lunedì e nei giorni successivi raggiungendo con un interesse continuativo un luogo periferico rispetto agli art-districts della capitale, e superando quota 4000 visitatori in due mesi.