Lynda Benglis, pubblicità pro-sesso

di Redazione Commenta


Tutto è cominciato da una fotografia che ritraeva una donna con un gigante fallo. Lei era Lynda Benglis, astro nascente 32enne nel firmamento della corrente post minimalista newyorkese dei primi anni ’70. Lo strumento in questione era un grande dildo di lattice che la signora Benglis teneva saldamente fra le sue gambe in quella famosa e chiacchierata fotografia a colori. Quando la fotografia apparse su di un’intera pagina dell’importante magazine Artforum nel 1974, l’opinione pubblica ed i benpensanti dell’epoca andarono su tutte le furie e molti furono scossi a tal punto da tacciare l’arte di Lynda Banglis di pornografia, una schifezza inaccettabile per un giornale d’arte contemporanea.

In realtà la pagina di Artforum fu pagata dall’art dealer di Lynda Banglis, la fotografia divenne quindi una sorta di scandalosa pubblicità che contibuì a creare una sorta di mitologia attorno all’allora giovane performer.
L’artista Barbara Wagner dichiarò che mostrare un fallo come segno freudiano di potere non rappresenta a pieno l’identità femminile ma ne enfatizza l’inferiorità. Rosalind Krauss direttrice di Artforum nel numero del mese seguente prese le distanze dalla sconcertante pubblicità, etichettandola come brutale.
A 35 anni dalla comparsa di questa significativa azione aritstica la galleria Susan Inglett di New York ha deciso di far rivivere la scottante provocazione con la mostra Lynda Benglis/Robert Morris, 1973-74 un’affascinante e divertente doppia retrospettiva che rimarrà aperta fino al prossimo 31 luglio. La mostra è stata organizzata dal marito della gallerista, tale David Platzker collezionista e dealer di cataloghi e rarità riguardanti l’arte contemporanea.

Tra le opere in mostra c’è anche lo scandaloso poster di Robert Morris concepito per la mostra tenutasi nell’aprile del 1974 alla galleria Sonnabend e Castelli. Anche l’opera di Morris fu aspramente criticata dalla società dell’epoca.Robert Morris in quel famoso ed incendiario poster era nudo con un elmetto da nazista, degli occhiali da sole ed una pesante catena che gli serrava il collo collegandolo ai polsi.

Molti critici videro in quest’opera una sorta di catalizzatore per la pubblicità piccante di Lynda Benglis, quindi un evento con i due artisti riuniti risulta oggi quanto mai appropriato. Vi offriamo la foto originale opportunamente censurata ma vi basterà effettuare una piccola ricerca su internet per ammirarla in tutta la sua “grandezza”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>