Christian Boltanski vende la propria vita al diavolo

di Redazione Commenta

Giornalmente spiamo la vita altrui tramite la miriade di reality show. Il Grande Fratello, Isola dei famosi, La Talpa, La Fattoria, X-Factor e chi più ne ha più ne metta. Abbiamo anche parlato di un nuovo reality show americano dedicato all’arte ma ora questa storia metterebbe i brividi anche a George Orwell autore di 1984 o a Peter Weir, regista di The Truman Show.

C’è un uomo che ha venduto a un altro la propria vita (e la propria morte). Minuto per minuto, in diretta, per i prossimi otto anni. Il venditore della propria vita è Christian Boltanski, uno dei più noti artisti contemporanei francesi. Il compratore è un milionario che vive in Tasmania. In una intervista a Le Monde Boltanski racconta che il suo acquirente ha fatto fortuna con il gioco. Con il denaro vinto ha cominciato a collezionare opere d’arte e avrebbe voluto possederne anche una di Boltanski. Che ha rilanciato: perché accontentarsi dell’arte quando si può avere l’artista?Il patto funziona così: dal primo gennaio 2010 quattro telecamere lo filmeranno in ogni momento, trasmettendo le immagini sullo schermo installato in una grotta in Tasmania, nella proprietà del milionario. Quello potrà sedersi e avere il privilegio di guardare Boltanski dipingere, ma anche dormire, mangiare e fare qualunque altra cosa un essere umano non può evitar di fare per otto anni. La visione non potrà essere interrotta, non sarà possibile rivedere ciò che è trascorso: nella sua sovrapposizione alla vita l’arte non è più cristallizzabile, non può essere messa in cornice, diventa un flusso, una perdita continua, sopravvive soltanto nella memoria.

Questo è in realtà da tempo il perno attorno al quale ruota l’opera di Boltanski: stiamo tutti scomparendo, le nostre facce sono collage di persone scomparse. La nostra vita è una fotografia in camera oscura sottoposta a un procedimento contrario: immersa nel liquido del tempo svanisce in una nebbia lattiginosa.

Quel che trasforma il contratto in una scommessa è una clausola riguardante l’eventualità, non remota, della morte dell’artista. Nel periodo in cui sarà filmato riceverà un vitalizio e gli sarà pagata un’assicurazione sulla vita. Il beneficiario è il milionario tasmaniano. L’eventualità della morte di Boltanski entro il 2018 lo risarcirebbe del denaro speso e con gli interessi. Ancora una volta avrebbe battuto il caso o quel che regola, matematicamente o no, l’avvenire. Se invece dovesse sopravvivere, Boltanski avrebbe il premio assicurativo, raddoppiato dal suo contraente, ma soprattutto l’impagabile soddisfazione di aver battuto il diavolo e la morte.

Noi di GlobArtMag ci chiediamo se questa storia è vera o se Boltanski, abituato a mischiare nelle sue creazioni il vero e il non vero, abbia creato il milionario, la sua biografia, la grotta e tutto il meccanismo per dimostrare che molto più che un’opera d’arte, la vita è un gioco senza vincitori né vinti e la solitudine un destino che può essere sovvertito soltanto dalla fantasia.

Photo: Christian Boltanski di Gautier Deblonde

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