Ursula Mayer – Last Hours of Ancient Sunlight

di Redazione Commenta

A distanza di tre anni dalla sua prima apparizione in Italia negli spazi di Monitor nel 2007, la galleria romana è ora lieta di presentare la seconda personale di Ursula Mayer. La più recente ricerca filmica della Mayer smantella letteralmente gli elementi della narrazione cinematografica: i numerosi flashback che interrompono i suoi film rivelano la natura a-narrativa dei lavori, mettendo in discussione la convenzione cinematografica di una linearità temporale.

Nella sua ultima doppia installazione 16mm dall’affascinante titolo Last Hours of Ancient Sunlight un bassorilievo di età classica raffigurante il mito di Medea rappresenta per un gruppo di attori il punto di partenza di una performance che traspone l’immobilità archetipa del fregio nel gioco di un antico rituale con richiami che vanno dall’avanguardia alla danza contemporanea. A differenza dei precedenti film della Mayer, in cui figure misteriose sospese in una cornice senza tempo coesistevano in momenti differenti senza mai incontrarsi, quest’ultima opera sembra suggerire una possibile sincronicità di tempo e storia. Qui la collusione tra l’identità certa del film e della storia di finzione rinforza lo spazio artificiale del cinema amplificandone la costruzione autoanalitica e l’interruzione cronologia della struttura filmica.
Insieme a Last Hours of Ancient Sunlight, Ursula Mayer presenterà un nuovo corpo di lavori inediti realizzati appositamente per la personale romana: materiali preziosi quali marmo, oro, bronzo vengono usati dall’artista per le loro proprietà estetiche e per il loro valore intrinseco divenendo così chiave di lettura per questioni più complesse quali i riferimenti culturali ed economici ad essi riferiti.

Queste sculture dalle forme delicate e amorfe, che suggeriscono da una parte il sapore del reperto archeologico, dall’altro il riferimento al design modernista, si affiancano ad un piccolo film inedito della Mayer, realizzato durante la sua permanenza a Roma, in cui in una proiezione in 16mm si intreccia una successione di immagini monocrome di marmi colorati trovati in vari luoghi della capitale ed appartenenti all’età imperiale, simbolo allo stesso tempo di lusso, bellezza e potere.

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