Jan Vermeer ed altri maestri di rinascimento baravano usando il proiettore. Ma sarà vero?

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Non è mistero che i grandi maestri del passato fossero avvezzi all’uso di ingegnosi marchingegni ed espedienti per realizzare i loro capolavori. Tecniche come quella dello spolvero permettevano di accorciare tempi di esecuzione ed accentuare la precisione dei soggetti ritratti. Oggi però un’altra teoria, a dir poco ardita, potrebbe svelare alcuni retroscena sulle abilità tecniche e formali dei geni dalla pittura del rinascimento. La teoria è stata già avanzata nel 2000 dal celebre artista inglese David Hockney ed oggi alcuni studi condotti assieme allo scienziato Charles Falco della Università dell’Arizona, hanno portato ad una conclusione: I maestri del Rinascimento dipingevano unicamente proiettando le immagini direttamente sulla superficie da dipingere (mediante un’avanzata camera oscura) un poco come fanno molti artisti contemporanei con i proiettori digitali o con gli episcopi.

Ovviamente si tratta di una teoria tutta da confermare ma se fosse vera ci troveremmo di fronte ad una scoperta sensazionale: anche gli infallibili maestri baravano, usando gli “aiutini” e non tracciando il segno a mano libera. Hockney e Falco hanno dichiarato di aver scoperto un documento risalente al 1650 dove un gesuita tedesco, tale Athanasius Kircher, descrive minuziosamente un oggetto posseduto dal pittore Jan Vermeer, una specie di marchingegno capace di proiettare le immagini sulla tela. Ovviamente non c’è alcuna prova circa l’uso di tale proiettore da parte del grande pittore olandese. Falco ed Hockney tuttavia dichiarano di aver scoperto alcuni segni dell’uso di un proiettore, probabilmente costruito mediante degli specchi concavi e sviluppato circa un secolo prima. I due hanno presentato la scoperta al meeting di Portland dell’American Physical Society (APS), descrivendo un’opera di Lorenzo Lotto del 1525 come prova evidente dell’utilizzo del proiettore.

Alcune distorsioni presenti nel dipinto ed alcune sfocature sembrano infatti essere segni dell’uso del marchingegno. Falco ha inoltre presentato alcune immagini del dipinto di Lotto, fotografato con una macchina fotografica ad infrarossi ed ha trovato alcune zone senza disegno, che potrebbero essere state direttamente dipinte mediante una proiezione. Sono in molti però ad essere scettici su tali affermazioni. Noi di Globartmag crediamo fermamente nella maestria indiscussa dei maestri del rinascimento, una bravura fondata sulla pratica e la visionarietà e non solamente sulle proiezioni.

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