Portare la vita reale all’interno dell’opera d’arte è stato un impegno serio per artisti del calibro di Marcel Duchamp, John Cage, Robert Rauschenberg e via dicendo. Queste ricerche hanno influenzato intere generazioni di artisti, dando vita a nuove strutture di pensiero creativo, basti pensare alle atroci verità proposte da Body Artists come Chris Burden, Gina Pane e da Hermann Nitsch considerato uno dei massimi esponenti dell’Azionismo Viennese. Nodo centrale delle azioni pensate da tali ed tanti altri artisti è la voglia di oggettivare la violenza, il dolore e la malvagità umana.
In questo l’arte ha in qualche modo anticipato la tempesta mediatica che nell’ultimo trentennio ha spasmodicamente tentato di portare la crudezza della realtà sin dentro le nostre case, tanto che oggi saremmo sorpresi di assistere ad un conflitto bellico senza il continuo bombardamento di immagini.Falkland, Guerra Del Golfo, Guerra dei Balcani e Rivoluzione rumena del 1989 hanno decretato la rapida ascesa di una sorta di nuovo reality della violenza, una postazione privilegiata in cui la sofferenza può esser vista da varie angolazioni e soprattutto a qualsiasi ora. I tentativi dei Body Artists di scuotere il mondo anestetizzato dai media tramite l’uso di una realtà nuda e cruda sono stati assorbiti da questi ultimi e riproposti quindi alle masse per sfamare la loro costante sete di verità. Ma sempre di verità mediata stiamo parlando, persino i tentativi di Chris Burden di sfidare la morte erano in qualche modo controllati. Per contro l’arte contemporanea si è invece placidamente adagiata su di una linea piatta, in cui anche la benché minima emozione è attutita da un’estetica blanda e da contenuti sibillini e scontati.
Verrebbe quasi da pensare che la televisione sia oggi in grado di proporre contenuti sperimentali mentre l’arte è ferma a contenuti televisivi. Eppure tra arte e televisione non c’è poi molta differenza come è sempre più sottile il confine tra arte e moda, tra arte e spettacolo. Arriverà ben presto il giorno in cui assisteremo alla meraviglia di un’arte contemporanea in full HD e forse neanche quello servirà a svegliarci dal nostro torpore.