Gil Vicente, l’artista che uccide i Leaders

di Redazione Commenta


La tragedia occorsa a John Fitzgerald Kennedy in quel di Dallas il 22 novembre del 1963 ha praticamente cambiato il corso della storia, segnando un’intera generazione e scuotendo gli animi di tutta la popolazione mondiale. Ovviamente l’assassinio di un capo di stato (come quello di un’eminente guida spirituale) rappresenta una vera e propria tragedia ma c’è qualcuno che riesce anche a trovarci un qualcosa di creativo.

Quel qualcuno risponde al nome di Gil Vicente, artista brasiliano che ha sollevato un vespaio di polemiche proprio nel bel mezzo della Biennale di San Paolo lo scorso sabato. L’artista non ha fatto altro che presentare una serie di disegni a carboncino dove figurano una serie di leader minacciati da feroci assassini. L’ex presidente americano George W. Bush ha i polsi legati dietro la schiena ed una pistola è puntata alla tempia, Papa Benedetto XVI si confronta con il suo aguzzino con le braccia alzate mentre il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula de Solva sembra un manzo pronto per il macello mentre geme con un coltellaccio al collo. Tra gli altri leaders rappresentati da Gil Vicente all’interno di scenari estremamente violenti ci sono anche l’ex primo ministro israeliano Ariel Sharon, il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ed il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. La serie prodotta dal coraggioso quanto oltraggioso artista si intitola Inimigos (nemici)  ed è stata pensata per evidenziare i crimini di cui i celebri leaders sono (a suo parere) direttamente od indirettamente responsabili. Raggiunto dai microfoni di alcuni giornali locali l’artista ha rilasciato alcune scioccanti dichiarazioni: “Li ho dipinti così perché loro uccidono molte persone e sarebbe un sollievo se qualcuno li uccidesse, capito? Non capisco perché nessuno uccide le persone al potere”.

Ovviamente le istituzioni brasiliane hanno prontamente chiesto la censura della mostra che a loro parere è solamente un modo come un altro per incitare alla violenza. La questione è alquanto spigolosa, anche se l’arte dovrebbe essere l’espressione libera di un pensiero, vi sono comunque alcuni limiti che non dovrebbero essere oltrepassati.

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