Giovanotti Mondani Meccanici, pionieri della digital art italiana

di Redazione Commenta

La digital art come ben saprete ha mosso i suoi primi passi grazie al genio di Ben Laposky, matematico ed artista che già dagli anni ’50 cominciò a creare le sue “Electronic Abstractions”, grazie all’ausilio di un oscilloscopio ed uno strumento fotografico. In seguito i moderni home computers hanno portato una ventata nuova fatta di strumenti grafici a disposizione di tutti.

In Italia l’arte digitale è arrivata molto tardi, molti parlando di digital art italiana fanno infatti riferimento all’ondata di manipolazioni a mezzo Photoshop che molti giovani artisti hanno iniziato a produrre dalla seconda metà degli anni ’90. Eppure quelle manipolazioni erano per la maggior parte una moderna rilettura del fotomontaggio dadaista. La digital art italiana, se mai c’è stata, è nata come movimento underground, tra le bbs ed i commodore 64 di inizi anni ’80. Pionieri di questa pixel revolution all’italiana sono stati senza ombra di dubbio i Giovanotti Mondani Meccanici, scoppiettante collettivo multimediale fondato da Antonio Glessi e Andrea Zingoni nel lontano 1984. I GMM colpirono sin da subito l’attenzione di pubblico e media grazie ad un uso spregiudicato delle nuove tecnologie ed alcune loro opere comparsero sullo storico magazine Frigidaire dove crearono la prima comic strip digitale della storia del fumetto. Di li in poi il loro uso “caldo” delle fredde tecnologie si estese, aprendosi a diverse discipline quali video, teatro, cinema, installazione, performance, comics e chi più ne ha più ne metta. La carica seminale dei Giovanotti Mondani Meccanici si è protratta sino alla fine degli anni ’90, dando una grossa spinta a numerose generazioni di giovani artisti “digitali”.

Certo a volte la frangia più boriosa e settoriale della scena dell’arte contemporanea non si sofferma a pensare alle funamboliche e fondamentali imprese dei GMM ma noi sappiamo che i veri sperimentatori sono stati loro. Con questo articolo volevamo solo ricordare al pubblico che la computer art o digital art se preferite è iniziata molto prima delle stampe lambda e degli interventi con Photoshop.

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