Cancellata la tappa londinese di Scope Art Fair

di Redazione Commenta

Una notizia dell’ultima ora ha creato non poca apprensione nel già agitato mondo del mercato dell’arte contemporanea internazionale. Sembrerebbe infatti che la prestigiosa e consueta edizione annuale di Scope Art Fair, già fissata per il periodo dal 13 al 16 ottobre prossimo in quel di Londra, sia stata definitivamente cancellata.

Secondo quanto annunciato da un portavoce della manifestazione, le cause di questa defezione sarebbero da attribuirsi al clima di tensione politico ed economico delle ultime settimane. In parole povere i tumulti di Londra, con le relative sommosse popolari, gli incendi ed i saccheggi, si sono mescolati con i crolli delle borse internazionali, creando un mix letale che ha costretto Scope ad un brusco dietro front. Meglio evitare manifestazioni legate ai beni di lusso in tempi dove la maggior parte della popolazione naviga nella povertà. E dire che proprio quest’anno Scope Art Fair doveva ritornare nella sede di East End, dopo due anni di assenza. Il presidente di Scope, Alexis Hubshman ha in seguito rilasciato una lunga intervista al magazine d’arte Artinfo dichiarando quanto segue: “Preferisco concentrarmi sulle altre tre manifestazioni fieristiche internazionali, sarebbe a dire Miami, Basilea e New York. Con questo non voglio demonizzare Londra, non ho paura che dei vandali mi saccheggino la fiera ma stiamo cambiando i nostri piani per quanto riguarda l’Europa” come se  Basilea si trovasse in chissà quale isola dell’Oceano Pacifico.

La verità è quindi un’altra: quest’anno Londra potrebbe non apparire agli occhi del mondo come una capitale della cultura, del lusso e della ricercatezza ma una vera e propria bomba ad orologeria pronta ad esplodere in qualsiasi momento. “Non è la prima volta che Scope Londra viene sospesa. Le gallerie che hanno già pagato lo stand per Londra, potranno usufruire di uno stand per Scope Miami, la cifra di partecipazione è più o meno la stessa” ha precisato Alexis Hubshman, ma i prezzi di trasporto opere e sistemazione negli States saranno ovviamente molto, molto più alti.

 

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