Quante possibilità c’erano che io vedessi questo titolo e non andassi di corsa a cercare il film in streaming?
Il titolo originale: Kyonyû doragon Onsen zonbi vs sutorippâ, ovvero: Big Tits Dragon: Hot Spring Zombie Vs. Stripper era addirittura meglio, (sebbene suppongo che il suo riassunto “Big tits zombie” sia stato pensato per un più veloce accattivarmi).
Devo confessare un debole per il pop giapponese, continuo a leggere le recensioni di questo film e più o meno chi lo ha visto si scusa di averlo visto, dicendo cose tipo non vi cambierà la vita, ok ma l’ho visto perché è simpatico, è forte, mi piacciono le tette, oppure non l’ho visto apposta, ma per ridere, etc.
Ecco, per me i giapponesi quando spingono sulla loro vena folle pseudo erotica finto horror sono proprio divertenti invece. Il film ha un umorismo assurdo e un finale quasi nullo. In taluni momenti intuisci un Takashi Miike ma al mattino prima del caffè... qui tutto é meno ben fatto, non raffinato, quasi arrangiato, qua e la episodico, girato su un intuizione, ma con parvenze di struttura.
Non c’è un vero discorso femminile femminista ma nemmeno maschilista… nè tutto sommato un vero discorso horror, direi un paradossale film al limite d’atmosfera condito da citazioni; insomma il confine col grottesco, inteso come deformazione di un’allegoria o di una pittura, (proprio della decorazione delle grotte) è continuamente superato e revisionato.
Mi fa rendere conto che è impossibile un analisi occidentale o accidentale… dovrei parlare di A death proof, che già parlava d’altro, o di Russ Meyer e poi dire che però invece bisogna immaginarsi anche Yattaman.
Insomma mi rendo conto che non tutto quello che propongo è subito digeribile, quindi fondatevi sul titolo e vedetelo con l’esatto spirito con cui avete letto il titolo (ma non siate ingordi nel crearvi aspettative, di erotico non c’è quasi nulla).