Le 10 personalità meno potenti dell’arte – parte II

 

 

6 La galleria d’arte, come la intendiamo noi – Ormai tutti i galleristi si lamentano del ridotto volume d’affari, dell’inutilità della galleria come luogo fisico, degli elevati costi delle fiere e quanto altro. Si cercano luoghi della mente e luoghi virtuali. Ma attenzione, anche i collezionisti potrebbero tramutarsi in virtuali.   

Le 10 personalità meno potenti dell’arte – parte I

Come di consueto eccoci giunti alla nostra classifica delle 10 personalità meno influenti dell’arte contemporanea, se ci siete anche voi non prendetevela troppo. Gli ultimi saranno i primi, basta rovesciare le classifiche.

1        I non pagati – sono tanti, sono giornalisti, sono curatori, sono artisti, sono assistenti di galleria. Fanno il loro lavoro e lo fanno bene ma puntualmente nessuno li paga. Chi li salverà dall’affitto che incombe a fine mese?

Ma gli artisti italiani sono solo Vezzoli e Cattelan

Stavo giusto ragionando sulla classifica delle opere più influenti degli ultimi 5 anni  pubblicata da Artinfo e rigirata da noi nell’articolo delle 12. Ovviamente le classifiche dell’arte sono un divertissement e nulla più ed in special modo questa classifica non può esser presa sul serio…

Le opere più influenti degli ultimi 5 anni

Artinfo ha da poco pubblicato una lista con le opere d’arte contemporanea che negli ultimi 5 anni hanno lasciato il segno  o hanno comunque influenzato sia il nostro modo di percepire l’arte che di crearla. Andiamo a vedere chi è entrato in questa speciale top 100

1) Christian Marclay, “The Clock,” 2010          

2) Marina Abramovic, “The Artist Is Present,” 2010            

3) Tino Sehgal, “This Progress,” 2010            

Gli artisti più amati dal pubblico

Ma gli artisti osannati dalla critica e gettonatissimi dal mercato sono poi veramente amati dal pubblico? Già, per quanto gli addetti ai lavori si sforzino di elencare i “miracoli” dei loro protetti e per quanto le quotazioni di questi ultimi siano sempre al top del top nell’ambito del mercato internazionale, far breccia nel cuore degli amanti dell’arte contemporanea è sempre cosa assai ardua.

Spesso gli artisti che riempiono le pagine dei libri di storia dell’arte sono poi sistematicamente ignorati dal pubblico e molti di essi sono sistematicamente oggetto di antipatie. Sarà anche vero che il pubblico non scrive la storia ma è innegabile che esso contribuisce a creare il mito attorno ad un nome, a costruire leggende che vanno ben oltre i libri di storia. Da diverso tempo il colosso Artnet stila una classifica dei protagonisti dell’arte più cercati all’interno del sito. Sfogliando questa interessante lista è possibile notare un fatto assai curioso: molti nomi osannati dalla stampa internazionale sono poi semplicemente “evitati” dalla rete che sceglie autonomamente chi posizionare fra gli allori dell’arte. Andiamo a scorgere le prime posizioni di questa classifica per farci un’idea, ma non fatevi illusioni: tra i primi 50 posti non c’è nemmeno un nostro connazionale

Il peggio del 2011 – parte seconda

Come promesso ecco il resto della lista del Peggio dell’arte contemporanea di questo 2011 che si appresta ad uscire di scena. Come al solito noi ci auguriamo di non dover assistere a tali scempi anche nel 2012 ma in fondo in fondo anche le brutturecontribuiscono a rendere unico il variegato mondo dell’arte. Bando alle ciance e via con il resto dell’Hit parade:

6 I molteplici “no” al Padiglione Italia – Ad una carneficina del genere non si poteva far altro che rispondere con un “no grazie”. Il problema è che il rifiuto al Padiglione Italia curato da Vittorione Nazionale©, da questione squisitamente privata ed individuale è divenuto una sorta di res publica, tramutandosi nell’ennesima occasione per racimolare un poco di pubblicità gratuita. Decine di artisti si sono azzuffati per comparire tra le pagine dei magazine d’arte contemporanea, declamando a gran voce il loro disprezzo e le loro preoccupazioni per il futuro dell’artesistema. Per il 2012 l’Oracolo consiglia un pizzico di discrezione in più.

7 La statua di Giovanni Paolo II alla stazione Termini di Roma – Batman? Un vespasiano? Un busto del duce? Una garitta? No è l’effige del Santo Papa ideata da Oliviero Rainaldi. Sin dal giorno della sua inaugurazione l’opera è divenuta il bersaglio prediletto della critica e dell’intera cittadinanza. Il quotidiano Repubblica le ha dedicato un sondaggio da cui risulta che il 90% dei lettori la disprezza, i vandali l’hanno più volte attaccata. Tra telecamere di sorveglianza, piantonamenti, restauri e proposte di trasferimento non c’è pace per il povero Papa. Per il 2012 l’Oracolo consiglia un corso di scultura accelerato.

La top 100 di Christie’s, Warhol e Banksy in testa

Quali sono gli artisti più quotati sul mercato? Chi comprare e su quali basi? Domande a cui è molto difficile rispondere ma c’è qualcuno che prova comunque a stilare classifiche su basi solide. Quel qualcuno è la prestigiosa casa d’aste Christie’s che sul suo sito ha da qualche tempo pubblicato una top 100 degli artisti più quotati del momento.

Al primo posto c’è ovviamente il re del mercato Andy Warhol e la classifica è zeppa di nomi oramai ampliamente consolidati come Picasso, Van Gogh e Monet. Il posizionamento più interessante è però quello Banksy, incredibilmente secondo quasi a voler confermare la grande ondata di successo del beniamino della street art. Sotto tono Koons e Hirst, scesi rispettivamente al ventunesimo e ventiseiesimo posto. Per scovare un italiano ci tocca scendere alla trentacinquesima posizione dove il grande Lucio Fontana tiene alta la nostra bandiera.

La classifica delle mostre e dei musei più visitati del mondo

Vi siete mai chiesti quali sono state le mostre ed i musei più visitati dello scorso anno? Ebbene l’ultimo numero di The Art Newspaper ha svelato i misteriosi numeri. Strano a dirsi ma in quanto a visitatori giornalieri il primato appartiene al Tokyo National Museum che con la mostra dedicata ad Hasegawa Tohaku ha fatto registrare un picco di oltre 12.000 presenze. Ma nelle primissime posizioni vi sono tante altre mostre organizzate nei musei giapponesi, segno evidente che nella martoriata terra del sol levante l’arte e la cultura in generale vanno per la maggiore. Le mostre italiane sono al 17esimo posto con Hans Memling agli Uffizi di Firenze. Per quanto riguarda la classifica dei visitatori annuali, il Louvre di Parigi è saldamente al comando mentre per trovare un museo italiano dobbiamo scendere al 19esimo posto con la Galleria degli Uffizi di Firenze (di nuovo) che ogni anno totalizza circa 1.651.000 visitatori.

Top 20 mostre più visitate nel 2010 (visite giornaliere)

1 – 12,116 Hasegawa Tohaku Tokyo National Museum Tokyo
2 – 10,757 Post-Impressionism: from the Musée d’Orsay National Art Center Tokyo Tokyo
3 – 9,290  Designing the Lincoln Memorial National Gallery of Art Washington
4 – 9,098  Hasegawa Tohaku Kyoto National Museum Kyoto
5 – 8,436  Van Gogh: the Adventure of Becoming an Artist National Art Center Tokyo
6 – 8,073  The Original Copy: Photography of Sculpture Museum of Modern Art New York
7 – 7,873  Harmony and Integrity: Yongzheng Emperor National Palace Museum Taipei

Anche Art+Auction stila la sua lista dei potenti dell’arte contemporanea

Il mondo dell’arte ama le classifiche, le liste dei potenti, le hit parades di ciò che è più esclusivo dell’esclusivo. A noi queste cose fanno un poco sorridere, sembra quasi che ogni anno sorga la necessità di stilare il libro del Guinness dei primati (e non parliamo delle scimmie). Quindi, puntuali come l’elenco del telefono, le liste dei potenti dell’art scene invadono le prime pagine dei magazine ostentando la loro pretestuosità.

Si capisce che l’arte non ha bisogno di questo ma è innegabile che alcune personalità, nel bene e nel male, hanno in pugno le redini del sistema internazionale. Ecco quindi che Art+Auction ha diramato la sua consueta lista dei potenti denominata Power – the art world people who matter. Tra le tante personalità influenti ci risolleva un poco il fatto di vedere tre italiani posizionati nei ruoli chiave. Il curatore Massimiliano Gioni figura infatti nella sezione Power Curators, Massimo de Carlo è presente nella sezione dei Power Dealers e Fabrizio Moretti in quella denominata Power Of Tradition, dedicata ai dealers di arte antica e moderna.  Purtroppo nella sezione Power Collectors non abbiamo nessuna figura di rilievo, eppure in Italia esistono importanti collezionisti, anche se si sente la mancanza di un novello Giuseppe Panza di Biumo. Di seguito trovate i nomi presenti nelle varie categorie:

Fiere d’arte contemporanea: più utile sapere le cifre delle vendite che il numero di visitatori

Le fiere vanno bene, le fiere vanno male. Solitamente quando si parla di una fiera-mercato dell’arte contemporanea si è portati a giudicare la sua validità dai vips che presiedono all’opening e dal volume di visitatori che essa riesce ad attirare nei giorni successivi. Almeno questo è quello che succede in Italia. I magazine ed i quotidiani italiani sono infatti portati a giudicare l’andamento di una fiera basandosi sul volume di presenze che essa riesce a generare. Ovviamente più gente c’è, più possibili collezionisti girano per gli stand ma c’è da dire che le cose non stanno esattamente così.

Da Art Basel Miami Beach ci giungono voci di grosse vendite e vengono rese note anche le cifre. La Cheim & Read di New York ad esempio ha venduto una scultura di Jack Pierson per 175.000 dollari, un dipinto astratto di Louise Fishman per 100.000 dollari ed un bronzo di Donald Baechlor per 150.000 dollari.

Art Review pubblica la sua top 100 dell’arte contemporanea

Come ogni anno torna a fare capolino la classifica dei 100 nomi più potenti del mondo dell’arte, stilata dal prestigioso magazine Art Review. Inutile dire che Mr. Gaga, Larry Gagosian è il protagonista indiscusso della top 100 ed è naturale che il suo diretto inseguitore sia Hans Ulrich Obrist.  Interessante notare gli scivoloni di Jeff Koons e Damien Hirst e la presenza dei beniamini nazionali (in neretto) Celant, Cattelan, Gioni ed i grandi dealers Massimo De Carlo e Galleria Continua. Ma andiamo ad osservare nello specifico l’intera lista:

1. Larry Gagosian
2. Hans Ulrich Obrist
3. Iwan Wirth
4. David Zwirner
5. Glenn D. Lowry
6. Bice Curiger
7. Sir Nicholas Serota
8. Eli Broad
9. RoseLee Goldberg
10. François Pinault
11. Adam D. Weinberg
12. Jeffrey Deitch
13. Ai Weiwei
14. Agnes Gund
15. Alfred Pacquement
16. Anton Vidokle, Julieta Aranda & Brian Kuan Wood
17. Bruce Nauman
18. Marc Glimcher
19. Beatrix Ruf
20. Dominique Lévy & Robert Mnuchin

Se il sequel è bello come il primo capitolo

Siamo assolutamente certi che i nostri lettori sono anche dei grandi appassionati di cinema. A noi piace il cinema d’autore, quello di Rainer Werner Fassbinder, di François Truffaut o di Andrej Tarkovskij per intenderci. Ma è logico che ogni tanto non disdegniamo un bel film leggero o d’azione, magari accompagnato da pop corn e bibite gassate. Ebbene tra i film per così dire di “cassetta”, specialmente quelli che hanno riscosso un enorme successo al botteghino, è d’obbligo il sequel (oggi va di moda anche il prequel).

Si tratta di un secondo capitolo che molto spesso è nettamente inferiore al suo predecessore ed alle volte presenta soluzioni narrative a dir poco bizzarre che fanno acqua da tutte le parti. Insomma il sequel è quasi sempre una bufala ed altri ulteriori capitoli di una saga non fanno altro che generare noia se non disgusto man mano che il loro numero aumenta. Eppure vi sono rari esempi in cui il sequel regge il confronto con il primo capitolo, anzi magari sembra ancor meglio riuscito.

Correva l’anno 2009, il peggio dell’arte contemporanea secondo Globartmag

Giunti alla fine di questo lungo ed interessante 2009 è ormai tempo di bilanci e come si sa ogni testata che si rispetti stila la sua personale classifica del meglio visto nei mesi precedenti. Noi di Globartmag solitamente vi offriamo solo il meglio ed è per questo che stavolta abbiamo deciso di stilare una ricca top ten con il peggio del minestrone artistico nazionale, cose che non avremmo mai voluto vedere ma che è possibile vedere solo (per fortuna) in Italia, quindi allacciate le cinture e preparatevi a tutto:

1 Il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2009
L’horror vacui colpisce il duo curatoriale formato da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli noti ormai come B&B. Ci si aggrappa ai fasti del Futurismo(?) e si riempie un padiglione-feijoada di opere ammassate, manco fosse una fiera d’arte. Tra presenze pittoriche imbarazzanti ed installazioni non meglio identificate il dramma si compie mentre la critica cala la scure. Quei pochi artisti che riescono a salvarsi galleggiano come isole perse in un dramma da feuilletton del  secolo scorso. Intanto al vernissage piove e tutti entrano in sala per ripararsi con sommo piacere degli organizzatori che sbandierano un boom di presenze mai visto. Contenti loro, depressi noi.

2 Quer pasticciaccio brutto del Premio Cairo 2009
Vince Marzia Migliora ma durante la premiazione il gallerista di Changing Role, Guido Cabib fa giustamente notare che l’opera premiata non è inedita, cosa che il regolamento impone. Segue la protesta su internet (viene persino istituito un gruppo su Facebook intitolato Il premio Cairo 2009 va annullato) e su varie testate che chiedono il ritiro dell’artista. Alla fine dopo un lungo periodo di imbarazzo la giuria del premio decide di squalificare Marzia Migliora ed assegnare il primo posto a Pietro Ruffo. La vicenda si chiude con una dichiarazione di Marzia Migliora che si ritiene vittima di tutta la faccenda. Cui Prodest?

3 Le nomine innominate del Castello Di Rivoli
Il balletto per la nomina del direttore della prestigiosa istituzione è il vero giallo di fine 2009, un delitto irrisolto con una trama alquanto intricata: il presidente Giovanni Minoli annuncia la prima sorpresa, i direttori sono due Andrea Bellini e Jens Hoffmann, poi quest’ultimo si defila inaspettatamente e senza un vero perché, il cda che prima l’aveva scelto presentandolo come uomo di fiducia lo accusa di non esser degno di fiducia. Al suo posto compare  Beatrice Merz, presidente della fondazione dedicata al celebre padre. Come diceva quella canzone di De Gregori? E non c’è niente da capire.

4 Alva Noto/Carsten Nicolai a Napoli
Proprio in zona Cesarini arrivano il pacco, il doppio pacco ed il contropaccotto. Nicolai viene ingaggiato per creare un’installazione a Piazza Del Plebiscito, dopo neanche tre giorni di “mostra” e 500mila euro spesi per l’intera operazione (tra l’altro molto bella) il curatore Eduardo Cicelyn rimuove il tutto per motivi di sicurezza.

Power List, la lista dei potenti del mondo dell’arte contemporanea

 Mentre il mondo dell’arte contemporanea è a Miami in occasione di Art Basel Miami Beach, il celebre magazine d’arte Art+Auction ha pubblicato la 2009 Power List, una lista di tutti gli attori dell’arte contemporanea che si sono rivelati nell’anno passato figure dominanti nei loro campi d’appartenenza. Come cita il magazine, il potere ha molte forme e si allarga su molte attività legate all’arte come le gallerie ed il collezionismo. Nella lista di quest’anno c’è anche posto per il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. La lista non elenca solo i successi ma anche le tremende e rovinose cadute di stile successe quest’anno come la decisione di mettere in vendita la propria collezione di opere presa dalla Brandeis University ed il disastro della mostra Chanel Mobile Art che è stata largamente derisa da pubblico e critica.

Abbiamo scandagliato la lista alla ricerca di qualche nome italiano ed ecco cosa abbiamo trovato: Alla categoria Power Dealers c’è anche Massimo De Carlo che rappresenta nomi del calibro di Chris Burden e Carsten Holler, il prossimo mese De Carlo aprirà un nuovo spazio a Londra. Alla voce Power Of Tradition abbiamo trovato Giuseppe Eskenazi nato a Milano e celebre dealer di arte orientale. Nella categoria Power Patrons ci sono anche gli acclamati Miuccia Prada & Patrizio Bertelli che con la loro fondazione ed il Prada Transformer disegnato da Rem Koolhaas hanno compiuto grandi opere a sostegno dell’arte. Alla voce Power Curators troviamo il nostro Francesco Bonami che con la sua mostra Italics: Italian Art Between Tradition and Revolution, 1968-2008, ha girato il mondo portando la nostra arte in campo internazionale.