British Art Show 7, la noia è servita

Matthew Darbyshire

Dal momento della sua nascita nel 1979 il British Art Show, anche noto come BAS, ha contribuito all’escalation della Union Jack, contribuendo inoltre a lanciare in tutto il mondo il fenomeno della generazione Young British Artists (YBA). Va detto infatti che questa piattaforma quinquennale ed itinerante (la mostra infatti va in tour nelle più importanti città del Regno Unito) nata con l’obiettivo di scoprire i nuovi talenti dell’arte contemporanea britannica, ha presentato al grande pubblico, nel 1984,  gente come Paula Rego, Barry Flanagan, Tony Cragg, Antony Gormley.

L ‘edizione del 1990 è stata invece impreziosita dalla presenza di nomi quali Rachel Witheread, Fiona Rae, Mona Hatoum, Julian Opie e Gary Hume. E questo è niente in confronto alla storica edizione del 1995 con i talenti YBA del calibro di Sam Taylor-Wood, Damien Hirst, Douglas Gordon, Chris Ofili e Tacita Dean.  Insomma non è peccato affermare che il BAS ha letteralmente scritto un capitolo dell’arte contemporanea internazionale.

Concerning Space a San Donato Val di Comino

Per la XIV edizione della rassegna Antico Municipio per l’Arte Contemporanea,l’Associazione Culturale Sinopia – in collaborazione con la Regione Lazio, la Provincia di Frosinone, il Comune di San Donato Val di Comino, e con il contributo della Pro Loco di San Donato, il Touring Club Italiano e l’Università degli Studi di Cassino – presenta Concerning Space, una collettiva a cura di Daniela Bigi, con il coordinamento organizzativo di Anna Cautilli che si aprirà il prossimo 6 agosto nell’Antico Municipio di San Donato Val di Comino (FR).

“Ad indirizzare la riflessione per questa piccola ma preziosa occasione espositiva è stata per giorni e giorni l’idea dello spazio. Nulla di più comune, di più familiare come concetto, è vero, eppure così inafferrabile o, per converso, così ingombrante sul piano teorico e scientifico. Mi incuriosiva in realtà la possibilità di riunire intorno ad una ipotetica istanza spaziale artisti che adottano pratiche espressive divergenti e frequentano ambiti di ricerca apparentemente inconciliabili. Mi interessava sottrarre per qualche giorno quegli artisti agli alvei interpretativi che abitualmente li accolgono ed evidenziare solo un aspetto del loro procedere, come in un ritratto fotografico ove volutamente è stato omesso il volto del soggetto e automaticamente, con esiti talvolta addirittura inaspettati, emergono alla vista dettagli di fragranza espressiva (…)” Daniela Bigi

Volume Collection alla Fondazione Bevilacqua La Masa

Il progetto Volume Collection , in mostra alla Fondazione Bevilacqua La Masa dal 24 luglio al 9 agosto 2010,  raccoglie i lavori di un gruppo di artisti contemporanei le cui idee artistiche sono rappresentate o realizzate attraverso il medium del libro, sia nella sua forma reale, stampata, sia nelle varie forme: libro-oggetto, libro-opera, libro-oggetto teorico, video, web-art, performance, azione, fotografia o pittura concettuale. Le prassi artistiche rappresentate in questo progetto assumono una posizione precisa, comunicando un impegno critico verso la costellazione politico-economica dominante nelle società contemporanee e nella teoria dell’arte.

La mostra Volume Collection presenterà una varietà di eventi:

Una performance-azione di protesta per le tasse statali sulla vendita dei libri, un manuale di offerte degli “schnell-kurs” di vari professionisti criminali, manifesti concettuali presentati in forma di libro, libri di carattere anarco-religioso, libri-diari con mappature di relazioni, un libro-oggetto teorico sugli aspetti importanti del contesto dell’arte e delle sue funzioni, una presentazione di libri volanti.

Due Generazioni di Arte Concettuale a confronto alla galleria Tiziana Di Caro

La galleria Tiziana Di Caro di Salerno ha il piacere di inaugurare The Mousetrap or Something old something new something borrowed something blue, una mostra collettiva a cura di Chris Sharp, giovedi’ 3 giugno 2010 dalle ore 19.00 alle ore 22.00.

La mostra prende in prestito il doppio titolo dall’Amleto e da un lavoro di Lawrence Weiner. Facendo riferimento alla rappresentazione nella rappresentazione, al -mise-en-abyme- (concepito e nominato -The Mousetrap- dallo stesso Amleto) e ad un momento nell’arte concettuale in cui essa diventa una forma di linguaggio -non narrativo-, The Mousetrap or Something old something new something borrowed something blue, e‘ una riflessione sulla capacità comunicativa dell’arte, in quanto auto – rappresentazione o tautologia. La mostra mette a confronto una piccola selezione di artisti concettuali storici come Keith Arnatt, William Anastasi e Christine Kozlov ed una generazione piu’ giovane che include Nina Beier, Etienne Chambaud, Alexander Gutke, Wolf von Kries e Kate Owens, evidenziando le differenze nell’uso che essi fanno di specifiche strategie.