La Trisha Brown Dance Company rimette in scena Roof Piece

Nel 1971 la coreografa americana Trisha Brown concepì una piece epocale destinata ad indagare la natura del movimento oltre che a cambiare la storia della danza contemporanea. Giusto 40 anni fa la grande artista si recò nel quartiere newyorchese di SoHo, bussando alle porte di 12 inquilini a lei sconosciuti e chiedendo loro di poter danzare sul tetto della loro abitazione assieme alla sua compagnia di danza. Con testardaggine e fermezza Trisha Brown riuscì nel suo intento e lo skyline della città si riempì ben presto di misteriose ed affascinanti figure in movimento.

A New York nel weekend tra il 9 ed l’11 giugno, la Trisha Brown Dance Company ha rimesso in piedi l’intero spettacolo, per celebrare il 40esimo anniversario di Roof Piece. Si è trattato di un vero e proprio momento di rottura con l’idea stessa della danza, ridotta a movimenti basici e spartani. Il concetto di Roof Piece è infatti molto semplice, un ballerino posto sul tetto di un edificio attua una sequenza di movimenti tra ondeggi, calci e rotazioni delle braccia. In seguito il ballerino che lo affianca (a debita distanza, sul tetto di un altro palazzo) dona continuità a quei movimenti, in una sorta di passaparola o gioco del telefono senza fili per intenderci.

Il Coreografo Elettronico al Pan di Napoli

Un’interessantissima proposta culturale ci giunge dal versante partenopeo e noi tosto ve la rigiriamo. Arrivano da 27 paesi del mondo le circa 150 video-opere in rassegna il 6 e 7 maggio al Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli di via dei Mille 60, alla diciottesima edizione del festival internazionale Il coreografo elettronico diretto da Marilena Riccio, evento dedicato ai linguaggi della danza contemporanea in formato elettronico.

Dalle 16.00 alle 21.00 di venerdì 6 e di sabato 7 maggio, senza soluzione di continuità, il programma verrà proposto al pubblico lungo un percorso di postazioni video e di schermi disposti negli spazi al secondo piano di Palazzo Roccella.

Lutto per la danza contemporanea

La danza contemporanea nel giro di pochi mesi ha perso due protagonisti assoluti, il 30 giugno morì Pina Bausch e il ora precisamente il 26 luglio è mancato Merce Cunningham. Rispetto alla coreografa di Solingen, morta non ancora settantenne a causa di un male folgorante e incurabile, Merce Cunningham ha avuto il beneficio di un’esistenza lunga e non particolarmente tormentata, spirando per cause naturali all’età di 90 anni, presso la sua casa di New York.

Dopo un fondamentale apprendistato presso la compagnia di Martha Graham, Cunningham fece il secondo incontro fondamentale della sua vita: quello con il compagno d’università, futuro compositore e partner John Cage. I due, con le loro teorie sulla separazione consensuale fra gesto e musica e sulla potente influenza che il Caso produce sull’una e sull’altra – proprio come accade nella vita di ogni giorno – avrebbero impresso una svolta fondamentale nella storia dell’arte del secondo dopoguerra.