Nel 1971 la coreografa americana Trisha Brown concepì una piece epocale destinata ad indagare la natura del movimento oltre che a cambiare la storia della danza contemporanea. Giusto 40 anni fa la grande artista si recò nel quartiere newyorchese di SoHo, bussando alle porte di 12 inquilini a lei sconosciuti e chiedendo loro di poter danzare sul tetto della loro abitazione assieme alla sua compagnia di danza. Con testardaggine e fermezza Trisha Brown riuscì nel suo intento e lo skyline della città si riempì ben presto di misteriose ed affascinanti figure in movimento.
A New York nel weekend tra il 9 ed l’11 giugno, la Trisha Brown Dance Company ha rimesso in piedi l’intero spettacolo, per celebrare il 40esimo anniversario di Roof Piece. Si è trattato di un vero e proprio momento di rottura con l’idea stessa della danza, ridotta a movimenti basici e spartani. Il concetto di Roof Piece è infatti molto semplice, un ballerino posto sul tetto di un edificio attua una sequenza di movimenti tra ondeggi, calci e rotazioni delle braccia. In seguito il ballerino che lo affianca (a debita distanza, sul tetto di un altro palazzo) dona continuità a quei movimenti, in una sorta di passaparola o gioco del telefono senza fili per intenderci.