
La rete ed il graphic design sono una vera e propria miscela esplosiva. Su internet la creatività sembra triplicare le sue forze e sovente i risultati sono a dir poco affascinanti. In questi ultimi tempi numerosi graphic designers si sono cimentati nel remix di brand storici, di posters cinematografici, di cover di libri e di dischi. C’è anche chi, come il bravo designer Genis Carreras si è cimentato nei remix filosofici, riassumendo con semplici forme geometriche dei concetti come l’esistenzialismo, il nichilismo e l’edonismo.
Il gioco è semplice, si prende (ad esempio) un libro celebre e si rielabora la copertina in chiave moderna con un pizzico di retro-graphic che non guasta mai. Ebbene gira che ti rigira, la smania del graphic-remix ha contagiato anche l’arte contemporanea. Il Re:design studio, capitanato da Eurydyka Kata e Rafal Szczawinski ha infatti creato una serie grafica intitolata Iconic Painters to Guess, che in italiano suonerebbe come Pittori celebri da indovinare.



Triennale Design Museum ha inaugurato ieri Graphic Design Worlds, una grande mostra dedicata al graphic design internazionale, a cura di Giorgio Camuffo. Triennale Design Museum porta avanti in questo modo un percorso di ricerca, analisi e valorizzazione del design contemporaneo, iniziato nel 2007 con The New Italian Design, ricognizione sulla nuova e giovane creatività italiana, allargando il proprio sguardo al panorama internazionale e ai suoi rapporti con quello italiano. Il graphic design è una disciplina che sta vivendo un periodo di particolare fervore e cambiamento, espresso anche dal maturare, negli ultimi decenni, di uno specifico discorso critico.


Il logo è un elemento importante capace di catalizzare l’attenzione del pubblico,di determinare la riconoscibilità (ed in certi casi il successo) di un’azienda, di comunicare emozioni o informazioni. Insomma il logo è la rappresentazione grafica di un’idea, un messaggio ed uno stile, per questo è importante che ogni manifestazione o associazione o azienda curi attentamente la grafica del proprio logo. Purtroppo la storia ci insegna che non tutti i logo sono ben riusciti come ad esempio il baffo della Nike, la scritta della Coca-Cola o Naranjito la simpatica arancia mascotte dei gloriosi campionati del mondo di calcio Spagna ’82 (quelli dove l’Italia vinse il torneo per intenderci).