James Franco e le lezioni al MoMA

Chi ha ancora voglia di ascoltare qualche barzelletta su James Franco ed il mondo dell’arte contemporanea? Ovviamente noi non raccontiamo storielle e sinceramente pensiamo che questa storia dei divi di Hollywood e delle popstars i quali cercano ostinatamente di entrare nel mondo dell’arte visiva, abbia un poco passato la misura. Eppure loro, gli attori ed i grandi cantanti, non hanno intenzione di limitarsi al loro campo d’azione ma tentano ogni giorno di irrompere in ciò che non gli compete.

Ecco quindi che Sylvester Stallone inizia a dipingere, Lou Reed a Fotografare, David Byrne a creare installazioni e la peperina Lady Gaga a spacciare i suoi concerti in vere e proprie performance. Ma noi eravamo fermi al nostro James Franco.

Sophie Calle gira un video per i R.E.M. mentre Franco e Van Sant assaltano Gagosian

Oramai l’arte contemporanea si è indissolubilmente fusa con le altre forme espressive, dando vita ad una singolare forma di spettacolo che non sempre centra il bersaglio. Basti pensare alle vicende dell’attore James Franco che ostinatamente cerca di entrare all’interno della scena o i ripetuti tentativi di Lady Gaga che vuole a tutti i costi farsi chiamare performer. D’altra parte Franco è riuscito ad ottenere un suo posticino all’interno del dorato mondo dell’arte contemporanea, una sua mostra intitolata Unfinished ed in collaborazione con il celebre regista Gus Van Sant è infatti attualmente in visione alla Gagosian Gallery di Beverly Hills fino al prossimo 9 aprile.

La mostra è composta da una riedizione del film My Own Private Idaho portata a termine da Franco e musicata dal leader dei R.E.M. Michael Stipe. Da Gagosian ci sono anche sette grandi acquerelli su carta di Van Sant. Parlando di Stipe va inoltre detto che i R.E.M. hanno da poco ultimato il loro 15esimo album intitolato Collapse Into Now, composto in collaborazione con Peaches, Eddie Vedder e Patti Smith.

Botto e Bruno – When we were teenagers we wanted to be the sky

La galleria Alberto Peola di Torino inaugura il 7 novembre la mostra di Botto e Bruno, con una proposta di lavori in cui sono volutamente rese evidenti le fasi del loro processo creativo.

Nelle prime sale vengono presentati due collage fotografici e tre disegni-collage che svelano il modo manuale di operare dei due artisti, e costituiscono la matrice dei lavori fotografici stampati su pvc. Un’installazione con videoproiezione completa l’ampia gamma dei diversi mezzi attraverso cui Botto e Bruno esprimono la loro visione dei luoghi periferici – territori di confine, spazi dinamici – e delle persone che li sperimentano.