Per la sua sesta esposizione personale alla Galleria Massimo Minini, Giulio Paolini ha realizzato quattro lavori inediti di grande formato. Ciascuna stanza accoglie una sola opera, che attraverso il suo titolo ne evoca un’altra, esposta dall’artista in precedenza nella stessa galleria. “Quanto d’inedito e inatteso queste nuove immagini propongono è però anche traccia antica e sedimentata della nostra comune memoria”, scrive Paolini nella lettera a Minini riprodotta nel foglio-invito della mostra che ripercorre la lunga amicizia tra il gallerista e l’artista.
Nella prima stanza, intitolata L’ospite, quattro cornici dorate presentano un’inquadratura fotografica dello studio dell’artista, che a sua volta inscrive un’immagine dell’ambiente medesimo in cui il lavoro è esposto e nel quale Paolini ha allestito nel 1989 la mostra omonima. Tutt’intorno, altre cornici amplificano sulla parete la prospettiva suggerita dalle fotografie. Nell’ambiente successivo, Eco propone un grande disegno sviluppato su due pareti adiacenti, che attraverso una serie di riquadri evoca la sequenza dei nove elementi costitutivi dell’opera dallo stesso titolo esposta a Brescia nel 1976.