Napoli perde una battaglia ma non la guerra

Napoli 2011, il taglio dei fondi alla cultura che sta già mettendo in ginocchio Roma è riuscito a mietere la sua prima, importante vittima. Si tratta dell’intera squadra di  collaboratori che negli ultimi tre anni è riuscita a rendere grande il Napoli Teatro Festival Italia, manifestazione che si sarebbe dovuta aprire l’8 giugno prossimo (fino al 26 giugno 2011) e che oggi rischia di saltare. Cancellazione o non cancellazione, l’unica terribile conferma è quella del licenziamento delle maestranze ed è certo che l’assenza di un gruppo dotato di una così grande esperienza graverà non poco sul futuro dell’evento.

Lo scorso 10 febbraio tutti i lavoratori della grande kermesse hanno indetto una grande spettacolo di protesta sotto le pregiate volte della Galleria Umberto, al grido di “Io ho fatto il Festival”, una lucida risposta chiunque agisce con l’intenzione di rovinare definitivamente la cultura del nostro paese. Nel corso dello spettacolo/protesta si è svolta una live performance del gruppo teatrale Funny&Alexander, affiancati da un’esibizione canora di Maria Nazionale ed altro ancora. A supporto della manifestazione è tra l’altro giunta la voce di Jan Fabre (e di tanti altri “grandi” dell’arte) che ha esortato il gruppo del Festival a non mollare.

Il Pasto Nudo di Moio&Sivelli al Madre di Napoli

Sabato 11 Dicembre alle ore 19.00 si inaugura nella Project Room del Museo Madre, con la performance Naked Lunch di Moio&Sivelli, la quarta mostra della serie SPOT, curata da Adriana Rispoli ed Eugenio Viola, performance che sarà poi riproposta in video a partire dal 13 dicembre.

”Il Pasto nudo è l’attimo raggelato in cui ognuno vede quello che c’è in cima alla forchetta.” Così Jack Kerouac spiegava il motivo del titolo dato da lui stesso al delirante romanzo cut-up di William Bourroghs, trasposto poi cinematograficamente negli anni Novanta da David Cronenberg; e il cui titolo è preso in prestito in maniera irreverente da Moio&Sivelli per la loro performance al Madre, dove l’ingombrante riferimento si risolve in una rappresentazione dov’è caduta ogni barriera tra finzione e realtà, giocata sul filo di una ironia livida, che può scadere, in maniera compiaciuta, nel grottesco.

A Salerno un museo d’arte contemporanea, ma serve veramente?

Da pochi giorni circola la notizia che Salerno sarà un nuovo centro nevralgico dell’arte contemporanea. La città campana ospiterà infatti un nuovo museo che sarà inaugurato nel 2011 (entro la primavera) e prenderà  il nome di Museo civico d’arte contemporanea. L’istituzione sarà ubicata  nei locali del complesso monumentale di Santa Sofia. A quanto pare le opere che saranno esposte in collezione permanete provengono direttamente dal Cam – Casoria Contemporary Art Museum.

Il Cam offrirebbe al nuovo museo salernitano una selezione di artisti storici campani del secondo dopoguerra, una selezione di artisti africani ed il suo staff. Praticamente questo nuovo Museo civico d’arte contemporanea diverrebbe una sorta di succursale del Cam e queste cose a noi sembrano decisamente oscure. Dopo i problemi del Madre di Napoli e l’ennesimo crollo a Pompei ci chiediamo a cosa serva tutto ciò.

Stefano Cerio alla Changing Role di Napoli

Dal 9 dicembre 2010 al 4 febbraio 2011 la galleria Changing Role di Napoli presenta la mostra Winter Aquapark di Stefano Cerio. La serie Winter Aquapark rappresenta l’evoluzione del lavoro di Stefano Cerio sul concetto di falso e di sintetico.I parchi sono fotografati in inverno quando il sentimento di irrealtà è amplificato dall’assenza assoluta dell’elemento umano. Questi luoghi sono tutti identici indipendentemente dalla loro collocazione geografica (dal nord al sud Italia) e appaiono assolutamente estranei alla realtà circostante. La mostra comprende anche un lavoro video ed audio realizzato durante la stagione estiva quando questi luoghi sono invasi da un rumore assordante che sovrapponendosi alla stampe fotografiche crea un senso si surreale estraneità.

Stefano Cerio si limita a una visione rigidamente obiettiva della realtà e la critica non risiede nella forma, ma nell’interpretazione del soggetto. Si distingue così da Martin Parr, il cui sguardo sulla società, privo di compiacimento e talvolta addirittura cattivo, è sottolineato da luci e colori aggressivi. Quanto a Massimo Vitali, i cui lavori sulle spiagge italiane potrebbero essere accostati a quelli di Stefano Cerio, è l’estetica ad avere la meglio sulla visione critica, mediante una resa dei colori che s’impone come tratto stilistico In “Aqua Park” è la realtà a parlare. La fotografia non fa che suggerire l’assurdità, il carattere derisorio dei luoghi; così come lascia lo spettatore immaginare come quei parchi diventino in estate.” (Gabriel Bauret)

Il Ventre di Napoli in mostra al Madre

Il museo Madre ospita dall’8 luglio al 13 settembre la mostra collettiva Il Ventre di Napoli, progetto nato e sviluppatosi in due anni di intenso lavoro tra le città di Rotterdam e Napoli, finanziato dalla Netherlands Foundation for Visual Arts, Design and Architecture, da l’Assessorato alla Cultura della città di Rotterdam e dal Centro delle Arti Visuali di Rotterdam. Interpretare la città. Cercare di comprenderne i motivi profondi, le peculiarità, i pregi e i difetti. Studiarla, entrando in contatto con tutti gli aspetti che la caratterizzano, al di là dei luoghi comuni.

Viverla in maniera totale, quasi fosse un organismo vivente.Poi,allontanarsene e raccogliere i dati accumulati per sintetizzare la propria esperienza in una chiave di lettura personale che aiuti a svelarne l’essenza nascosta. E’ questa la sfida che hanno affrontato i partecipanti al progetto Il Ventre di Napoli, curato da Patricia Pulles con 9 artisti di base a Rotterdam, che concluderanno il proprio percorso con una mostra che si terrà dall’8 luglio al 13 settembre al museo Madre, da sempre attento e disponibile ad offrirsi come punto di incontro tra il proprio territorio e la realtà artistica internazionale.