The Parade: Nathalie Djurberg al Walker Art Center

 Dall’8 settembre al 31 dicembre avrà luogo, presso gli spazi del Walker Art Center di Minneapolis, la mostra personale di Nathalie Djurberg a cura di Eric Crosby e Dean Otto.

 Nota per i suoi video allegorici in cui mette in scena l’universo recondito delle perversioni umane, l’artista svedese presenterà il suo nuovo progetto The Parade che dà il titolo all’evento.

 Si tratta di uno dei progetti più ambiziosi per la Djurberg, che prevede l’avvicendarsi di cinque animazioni e oltre ottanta sculture di uccelli dai connotati perturbanti.

Nathalie Djurberg fra sacro e profano

Fede, spiritualità e superstizione. Tutto questo fa parte del dirompente universo della giovane artista svedese Nathalie Djurberg. L’artista è stata fra i protagonisti assoluti della Biennale di Venezia del 2009 dove non ha mancato di stupire il pubblico con il suo mondo pieno di strani personaggi che di fatto superano le canoniche definizioni ed i tranquilli meccanismi dell’arte contemporanea. Il leone d’argento come giovane promessa è stato dunque più che meritato.

Tra video ed installazioni, le figure create da Nathalie Djurberg sembrano buffe e naif ma nascondono una potente carica erotica ed una valenza estetica decisamente violenta. I suoi personaggi preferiti sono infatti donne o giovani ragazze, impegnate in varie pratiche assai fuori dalle righe. Anche la natura è spesso uno dei soggetti ricorrenti nelle sue installazioni, come le gigantesche e variopinte formazioni floreali presentate a Venezia.

“X” La collettiva erotica da Giò Marconi

La galleria Giò Marconi di Milano inaugura oggi la mostra “X”, collettiva erotica che raccoglie i lavori degli artisti Nader Ahriman, Bruno Di Bello, Judith Bernstein, John Bock, Monica Bonvicini, Nathalie Djurberg, Keith Farquhar, Simon Fujiwara, Wade Guyton, Robert Heinecken, Dorothy Iannone, Sarah Lucas, Man Ray, Dasha Shishkin, Andreas Slominski, Francesco Vezzoli.

Nei disegni e nei collage di Nader Ahriman (Shiraz 1964) le astrazioni filosofiche di matrice idealista prendono forma attraverso l’intervento grafico dell’artista. Cinema e antichità vengono filtrati in chiave erotica, fondendo estetica e contenuto. Bruno Di Bello (Torre Del Greco 1938, vive e lavora a Milano) partecipa alla collettiva con una “Variazione su una foto di Man Ray” realizzata nel 1976 su tela fotografica. Attraverso la scomposizione dell’immagine di Kiki, musa del maestro, Di Bello rilegge l’esperienza delle avanguardie storiche sviluppando un’idea dell’arte come riflessione sulla suo storia.

Collezionismo difficile per coppie senza figli

Sono una sognatrice e quando mi trovo di fronte ad un’opera d’arte non posso fare a meno di chiedermi se me la terrei in casa quella cosa li. Lasciando perdere costi e spazi, vorrei vederla tutti i giorni per il resto della mia vita? Me lo domandavo anche all’inaugurazione della seconda personale dell’artista svedese Nathalie Djurberg da Giò Marconi a Milano.

La risposta è contenuta nel titolo di questo articolo, astenersi perditempo, ma soprattutto: soggetti deboli di cuore, di spirito (in tutte le sue accezioni), chi è vulnerabile, i facilmente impressionabili, i puritani e i bacchettoni. Astenersi un pò tutti, Nathalie fa arte per se stessa, sul tavolo della sua cucina a Berlino e poco importa se ha vinto un Leone d’Argento per il più promettente giovane artista della Mostra Fare Mondi all’ultima Biennale di Venezia. Importa ancor meno se mentre guardi uno dei suoi video ti vengono su, direttamente dallo stomaco, una raffica di domande, che vorresti fare proprio a lei, perché credi di aver capito qualcosa, ma hai bisogno della conferma.

Nathalie Djurberg alla Giò Marconi di Milano

La galleria Giò Marconi di Milano inaugura il primo giugno la seconda personale di Nathalie Djurberg “Snakes know it’s Yoga”, dove presenta i suoi lavori insieme ad Hans Berg, suo collaboratore e compositore delle musiche. In mostra 60 pupazzi – sculture, presentate in 41 box in plexiglass su piedistalli di legno, e due nuovi video, accompagnati dalla musica di Hans Berg, che puntualmente ne sottolinea e intensifica il messaggio. Le musiche sono state composte ex novo per la mostra.

Le sculture in plastilina, modellate e vestite dall’artista, ritraggono personaggi – simbolo dell’uomo mistico, con riferimenti alle religioni occidentali e orientali. E’ un mondo popolato di martiri, asceti e creature fantastiche che sono alla ricerca dell’ illuminazione”, religiosa e spirituale: tre uomini si autoflagellano, un uomo anziano e magro pende dal ramo di un albero, un altro si trova nel mezzo di un campo di rigogliosi cactus con lunghe e affilate spine, o ne vediamo uno dissetato da una fata che sembra appena scesa dal cielo e un asceta è sdraiato su un letto di spine.

Il palazzo della ex Dia Foundation cambia vita e ci guadagna

Il vecchio spazio di Chelsea occupato dalla Dia Art Foundation di New York potrebbe presto trovare una nuova ragione di esistere. Dal 1987 al 2004 il grande edificio in mattoni rossi sito al numero 548 della 22esima strada ha ospitato la prestigiosa fondazione, dopo la definitiva chiusura ha invece prestato i locali al progetto temporaneo intitolato X-Initiative. Oggi è giunto il momento di entrare in una nuova era e l’ex Dia Foundation potrebbe divenire un nuovo spazio dedicato ad esposizioni di arte contemporanea ed altri eventi simili.

Il celebre art dealer Zach Feuer ha infatti appena firmato un contratto di affitto per metà del piano terra mentre la CRG Gallery è attualmente in trattativa per occupare la seconda metà. Feuer attualmente occupa uno spazio sulla 24esima strada ma con il nuovo affitto avrà il doppio della superficie per ospitare lo squadrone dei suoi artisti, in cui figurano nomi del calibro di Dana Schutz, Nathalie Djurberg e Phoebe Washburn. Ovviamente con il doppio dello spazio, anche il numero degli artisti rappresentati da Feuer è destinato a crescere.

New Museum, Jeff Koons e Dakis Joannou: cronache di un disastro annunciato

 Finalmente si è aperta Skin Fruit (in visione fino al 6 giugno 2010), la tanto attesa e criticata mostra del New Museum curata da Jeff Koons con opere provenienti direttamente dalla collezione del celebre dealer greco Dakis Joannou, il quale figura anche tra i benefattori del museo. Questo strano conflitto di interessi fu aspramente criticato lo scorso autunno, al momento della presentazione del progetto ed in molti furono concordi nel definirlo “una pessima idea“. Ed a giudicare da quello che possiamo vedere oggi nelle sale del New Museum non c’è che da confermare tale affermazione.

Le opere in mostra sono state selezionate ed installate in maniera del tutto caotica da Mr.Koons (vecchio amico di Joannou il quale possiede molte opere dell’artista), basti pensare al fatto che l’artista ha riempito gli spazi espositivi con ben 80 opere tra dipinti, sculture, disegni, video e performances creati da 50 artisti diversi. Ovviamente ci sono alcune opere decisamente interessanti ed alcune sorprese ma la stragrande maggioranza degli artisti sono grandi nomi come Mike Kelley e Cindy Sherman o nuove ma già celebri conoscenze come John Bock, Nathalie Djurberg e Dan Colen, insomma artisti che già fanno parte della scena dell’arte e le cui opere sono presenti in numerose collezioni private e museali.