D’APRÈS GIORGIO, un progetto alla Casa-museo di Giorgio de Chirico

Venerdì 27 gennaio inaugura a Roma presso la Casa-museo Giorgio de Chirico il progetto espositivo D’après Giorgio, ideato e curato da Luca Lo Pinto, che prevede gli interventi di diversi artisti italiani e stranieri di livello internazionale, invitati a dialogare con le opere, gli oggetti e l’architettura della Casa-museo de Chirico.

La mostra si articola nell’arco di un anno e coinvolge artisti volutamente eterogenei fra loro per generazione, poetica e ricerca stilistica: Alek O, Darren Bader, Nina Beier, Carola Bonfili, Benny Chirco, Giulio Frigo, Martino Gamper, Paul Armand Gette, Mino Maccari, Tobias Madison & Kaspar Müller, Marcello Maloberti, Carlo Mollino, Momus, Olaf Nicolai, Henrik Olesen, Luigi Ontani, Nicola Pecoraro, Emilio Prini, Dan Rees, Izet Sheshivari, Alexandre Singh, John Stezaker, Luca Trevisani, Luca Vitone e Raphäel Zarka e altri a venire. I lavori esposti – installazioni, dipinti, disegni, sculture, fotografie – sono realizzati appositamente per i suggestivi spazi della casa in cui de Chirico abitò negli ultimi trent’anni della sua vita, sviluppata sui tre piani superiori del seicentesco Palazzetto dei Borgognoni in Piazza di Spagna, nel cuore di quello che fu considerato il centro culturale e artistico della città fin dal XVII secolo.

Due Generazioni di Arte Concettuale a confronto alla galleria Tiziana Di Caro

La galleria Tiziana Di Caro di Salerno ha il piacere di inaugurare The Mousetrap or Something old something new something borrowed something blue, una mostra collettiva a cura di Chris Sharp, giovedi’ 3 giugno 2010 dalle ore 19.00 alle ore 22.00.

La mostra prende in prestito il doppio titolo dall’Amleto e da un lavoro di Lawrence Weiner. Facendo riferimento alla rappresentazione nella rappresentazione, al -mise-en-abyme- (concepito e nominato -The Mousetrap- dallo stesso Amleto) e ad un momento nell’arte concettuale in cui essa diventa una forma di linguaggio -non narrativo-, The Mousetrap or Something old something new something borrowed something blue, e‘ una riflessione sulla capacità comunicativa dell’arte, in quanto auto – rappresentazione o tautologia. La mostra mette a confronto una piccola selezione di artisti concettuali storici come Keith Arnatt, William Anastasi e Christine Kozlov ed una generazione piu’ giovane che include Nina Beier, Etienne Chambaud, Alexander Gutke, Wolf von Kries e Kate Owens, evidenziando le differenze nell’uso che essi fanno di specifiche strategie.

Independent e Armory Show, l’invasione delle fiere a New York

Nella settimana dell’Armory Show, importante fiera newyorchese si è aperta anche una nuova manifestazione fieristica intitolata Independent, evento ospitato dall’ex sede della Dia Foundation ed ideato dai galleristi Elizabeth Dee e Darren Flook con “l’obiettivo di riesaminare il modello della manifestazione fieristica e creare una piattaforma ibrida a metà tra la mostra collettiva ed il forum” almeno così recita il comunicato stampa dell’evento.  “Tutti sanno che siamo quì per vendere” ha invece dichiarato il giorno dell’opening Daniele Balice della galleria parigina Balice/Hertling, confermando il fatto che indipendenza o non indipendenza, una fiera è sempre legata alle leggi di mercato.

A conferma di ciò Balice ha già venduto un mixed media di Nikolas Gambaroff per 5.500 dollari. Anche Laura Bartlett, dealer di Londra, è riuscita a vendere già dal primo giorno, un collezionista si è infatti portato a casa due fotografie di Cyprien Gaillard per 5.000 dollari al pezzo, mentre un altro avventore ha acquistato una grande installazione di Nina Beier per 11.500 dollari. Sutton Lane, direttore della galleria Cora Muennich ha invece venduto un grande dipinto astratto di Cheyney Thompson per la bellezza di 75.000 dollari. Alla fiera è presente anche la Galleria Zero di Milano, girovagando per lo stand l’art dealer di Los Angeles Tim Blum si è dichiarato molto interessato all’opera di Christian Frosi ed ha in seguito aggiunto: “Riuscire a trovare qualcosa che ti piace veramente in una fiera d’arte è cosa veramente rara”.

Francesco Arena e Nina Beier alla galleria Monitor

La galleria Monitor di Roma inaugura il 12 dicembre la mostra di Francesco Arena e Nina Beier in una doppia personale che vede gli artisti impegnati in due progetti complessi ed inediti, caratterizzati da una forte componente site specific.

A distanza di tre anni, Francesco Arena torna ad esporre negli spazi della galleria con un’opera monumentale: 18.900 metri su ardesia è un lavoro sulla memoria, sulla traccia effimera che i passi di un uomo possono lasciare sul selciato nel suo ultimo giorno da persona libera e viva. L’artista ha ripercorso il cammino fatto da Giuseppe Pinelli il 12 Dicembre 1969, dalla mattina fino al tardo pomeriggio quando entrato nella Questura di via FatebeneFratelli di Milano senza più uscirne, smise i suoi panni di cittadino comune per diventare un simbolo della storia politica e sociale italiana.